Oggi su Ricette sarde parliamo di Sa pippia cun s’ou, una preparazione che, insieme a su coccoi cun s’ou, caratterizza il periodo pasquale.

Per conoscere meglio questa ricetta abbiamo contattato il “panificio Sedda Maurizio” di Tratalias.

IL DOLCE PASQUALE DELLA TRADIZIONE. Lo si può preparare in tante forme diverse, dalla coroncina, alla bambina fino alla pavoncella. Ma il procedimento sostanzialmente è lo stesso. Maurizio Sedda ci ha spiegato con quale criterio si faceva di varie forme. «La differenza sostanziale tra sa pippia e su coccoi è che mentre la prima veniva regalata in occasione delle feste pasquali alle bambine, quest’ultimo era invece destinato ai maschietti».

INGREDIENTI. «Semola di grano duro, lievito madre, sale e acqua. E un uovo cotto precedentemente».  

PREPARAZIONE. «Bisogna impastare la semola con gli altri ingredienti e si lascia riposare. Con il lievito madre la pasta deve lievitare per un’ora circa e poi va lavorata con il laminatore, chiamato cilindro: in passato veniva usato di legno e con la manovella oppure si usava anche il mattarello. La forma de sa pippia e de su coccoi va fatta a mano e poi lavorata con il coltello, sa farretta e con questi stessi strumenti si fanno a mano le rifiniture. Per le decorazioni si usa il coltello e il tagliapasta, in sardo sa farretta. All’interno della decorazione si inserisce l’uovo che va fatto sbollentare prima per un po’ e poi lasciato raffreddare a fuoco spento.

Successivamente si può mettere la pasta in una teglia per comodità o se si usa un forno a legna, si inserisce direttamente con la pala, come si faceva una volta. Nel forno deve lievitare un’altra mezz’ora/35 minuti. Per questo tipo di preparazione, il forno non deve essere tenuto ad una temperatura troppo alta, sui 200°. Una cosa che prima si faceva e ora non si può più fare è l’aggiunta del finocchio selvatico come decorazione, che conferiva anche un sapore diverso alla pasta».  

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