Il santuario di Gremanu è un unicum in Sardegna, una straordinaria “cittadella” sacra con templi e fonti collegati dall’unico (sinora noto) esempio di acquedotto nuragico che serviva il villaggio. 

Il complesso si trova immerso in un fitto bosco di roverelle nella vallata di Pratobello, a circa mille metri di altitudine tra i rilievi del Gennargentu, nel territorio di Fonni.

Il sito occupa circa sette ettari e si divide in due parti: la prima ospita i pozzi e le fonti d’acqua, mentre più a valle si trovano i nuclei abitativi e di culto. Le sorgenti sono racchiuse dentro una cortina muraria semicircolare, accanto alla quale c’è una vasca, probabilmente usata a scopi rituali. 

L’area di culto, delimitata da un recinto lungo 70 metri, contiene vari edifici: un tempio a pianta circolare simile a un nuraghe, un tempietto a megaron, un ambiente absidato e due capanne circolari

Le strutture sono state datate al Bronzo recente (XIII-XII secolo a.C.), mentre i reperti rinvenuti tra santuario e pozzi risalgono fino al Bronzo finale (IX a.C.). All’esterno dei templi si conservano basi in pietra con fori: qui veniva colato il bronzo fuso per fissare oggetti votivi, spade o bronzetti.

Un chilometro e mezzo separa il santuario da un’area funeraria, forse di pertinenza del villaggio: è la necropoli di Madau, composta da quattro tombe di Giganti simili tra loro, disposte ad anfiteatro e orientate verso est. Qui  la stele di Madau, un lastrone di granito infisso sul terreno accanto alla prima tomba, raffigurante simboli legati alla natura o forse alla costellazione delle Pleiadi.

(Unioneonline/D)

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