Folklore e devozione si intersecano per dare vita a moltissime leggende e tradizioni della Sardegna. È il caso del cosiddetto “Occhio di Santa Lucia”, un amuleto che nell’immaginario popolare dell’Isola avrebbe poteri magici e propizi. 

La leggenda di Santa Lucia – Il nome riporta a Lucia, martire cristiana giustiziata nel 304 dopo Cristo, nel corso delle persecuzioni ordinate dall’imperatore Diocleziano.

Lucia era una ragazza di nobile famiglia, nata a Siracusa. Dopo la morte del padre, quando lei era solo una bimba, la famiglia decise di darla in sposa a un ricco pagano. Ma la giovinetta aveva deciso di consacrare la sua vita a Cristo e di restare nubile e vergine. Il pretendente deluso la denunciò allora all’autorità romana, rivelando che professava in segreto il cristianesimo, che l’imperatore aveva vietato.

 Al processo il prefetto di Roma le intimò di rinnegare Cristo, ma lei si oppose. Venne allora sottoposta ad atroci torture e poi condannata al rogo. Secondo la leggenda, però, il fuoco miracolosamente non la toccò. Allora venne giustiziata con la spada, per alcuni trafitta alla gola, per altri decapitata.

Per la sua fede, il martirio patito e anche per i miracoli e la cura dei bisognosi cui sempre si dedicò in vita venne poi proclamata santa. 

Cos'è l'Occhio di Santa Lucia? – A Santa Lucia la tradizione ha sempre associato gli occhi, tanto che i fedeli che hanno problemi alla vista sono soliti chiedere il suo aiuto. Questo perché secondo alcuni racconti a Lucia, durante il martirio, vennero cavati gli occhi. Per altri, invece, il legame con la vista sarebbe dovuto all’etimologia latina del suo nome, che deriva da Lux, ovvero “Luce”. Ecco spiegata l’origine del cosiddetto Occhio di Santa Lucia sardo: si tratta di un opercolo, ovvero la parte tonda (simile a un occhio) che “chiude” alcune conchiglie, in particolare la Astraea rugosa, dal colore rosso-arancione, che viene raccolto in mare o sulle spiagge e poi impreziosito dagli artigiani con oro, argento e altri materiali preziosi per farne spille, collane, braccialetti. Monili che in certi casi sono veri e propri gioielli sardi di pregiatissima fattura. 

La tradizione in Sardegna: l'amuleto portafortuna – Un’usanza, quella di creare gioie da indossare con gli opercoli delle conchiglie, che ricordano appunto degli occhi, nata proprio per chiedere l’intercessione e la protezione del Cielo e in particolare di Santa Lucia, contro sfortuna e malocchio. 

L’Occhio di Santa Lucia – molto diffuso anche tra i marinai che si mettono in viaggio visto il legame con il mare – sarebbe proprio una sorta di “occhio buono”, utile antidoto contro le maledizioni, soprattutto quelle di sa mexina de s’ogu

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata