C’è un momento della notte in cui il confine tra il reale e l’incubo si assottiglia. È l’ora in cui il respiro della terra si fa greve, il vento trattiene il fiato e il buio sembra sussurrare storie dimenticate. E proprio in quell’istante, quando la luna si specchia impassibile sulle strade deserte, la maledizione prende vita.

Nella Sardegna centrale, dove le leggende non sono solo semplici racconti, ma ombre che si allungano nel tempo, si tramanda la storia de su Erchitu. Non è il classico lupo mannaro delle narrazioni gotiche o la creatura che affonda i denti nella carne al primo morso di luna piena, quella de su Erchitu è una condanna più antica, più solenne, più spaventosa. È il destino ineluttabile di chi ha commesso una colpa tanto grave da richiamare la giustizia divina stessa.

Quando la luna è alta nel cielo, l’uomo maledetto si contorce, la pelle arde, le ossa si spezzano e si ricompongono in una nuova, mostruosa forma. Il suo corpo si trasforma in quello di un bue bianco, le sue corna diventano d’acciaio, la sua anima è condannata a vagare senza pace. Non è solo. Dietro di lui, invisibili ma presenti, avanzano i diavoli dell’inferno, compagni della sua eterna espiazione. E poi arriva il momento più temuto: tre muggiti lugubri squarciano il silenzio della notte. Se risuonano davanti a una casa, il destino di chi vi abita è segnato: entro un anno, la morte busserà alla porta.

Un'altra ombra che infesta le notti sarde, più vicina alla licantropia classica, ma con un’anima tutta cagliaritana e su mali ‘e su vitellu. Anche qui la bestia è un vitello: la creatura corre nelle strade deserte, il suo muggito è un lamento di dannazione, il suo destino è legato all’acqua. Solo immergendosi in una vasca può riacquistare la forma umana e così come il lupo mannaro si dissolve con l’alba. Il pericolo si cela in un dettaglio letale: la ferita al collo, inferta con un’arma, è l’unico modo per liberare l’anima dal fardello della maledizione.

In Sardegna le leggende sono impronte di un passato ancestrale, riflessi di un mondo che esiste ancora, nascosto nei silenzi della notte, nei vicoli stretti dei paesi, nelle ombre proiettate dalla luna. E chissà se nella magia delle notti sarde, quando un suono innaturale catturerà la nostra attenzione, ci chiederemo se da qualche parte, in un angolo nascosto dell’Isola, su Erchitu stia ancora vagando.

© Riproduzione riservata