Stavolta tra i motivi della protesta non ci sono i traffici bellici tra la Rwm e l'Arabia Saudita (stroncati dal veto del Governo a partire da luglio scorso).

È comunque accompagnata da forti polemiche l'imminente (22 dicembre) finale di Supercoppa Italiana di calcio tra Juventus e Lazio che verrà nuovamente disputata in Arabia Saudita (stavolta a Riad, capitale del Regno saudita) e trasmessa dalla Rai.

Le plurime accuse al paese arabo di violazioni dei diritti umani, di discriminazioni nei confronti del sesso femminile e, sostanzialemte, di essere uno "Stato Canaglia", hanno ormai reso iper politico un evento che in altre condizioni sarebbe solo sportivo.

Già nel gennaio scorso la finale prevista a Jedda portò a roventi proteste, appelli a Lega Calcio e Rai e forti prese di posizioni contrarie tra le quali quelle dell'Ordine nazionale dei giornalisti e dell'Assostampa sarda presenti al sit in di protesta convocato a Roma.

Ad accendere la miccia stavolta sono le associazioni eco-pacifiste Sardegna Pulita e Donne Ambiente Sardegna che si appellano alla Rai: "Rinunci ai diritti acquistati nel rispetto dei diritti umani. L'Arabia Saudita è impegnata in guerra nello Yemen: disputare l'incontro e teletrasmetterlo sarebbe un doppio inaccettabile insulto".

Il 18 dicembre le due associazioni insieme a don Angelo Pittau (parroco di Villacidro non nuovo a tali prese di posizione) saranno ospiti ad Assisi dell'evento di protesta promosso dal Comune umbro contro la decisione della Lega Calcio e della Rai.

"Dalla città di San Francesco - si legge in una nota - lanceremo un grande appello: sarebbe grave offrire nuovamente al regime saudita la possibilità di far dimenticare le atrocità che commette in violazione dei diritti umani e a danno dell'innocente popolo yemenita".
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