È il gran giorno: stasera al PalaTaliercio (ore 20.45) si assegna lo scudetto. La Reyer conta sulla maggiore esperienza di un gruppo collaudato, sul talento di Daye e le fiammate di Haynes, oltre che sul fattore campo.

Soltanto una settantina di tifosi biancoblù hanno trovato posto nella gabbia-acquario di un impianto inadeguato, ma sono il megafono di tutta un'Isola che sogna un clamoroso bis dopo il tricolore del 2015.

Con la serenità di chi sa valutare il valore di una squadra entusiasmante e di una società che ha già programmato il futuro con l'approdo in Champions e i rinnovi del coach Pozzecco e di Marco Spissu, simbolo della Dinamo non solo perché è sassarese, ma soprattutto perché è un esempio a portata di tutti i ragazzini che sognano mentre tirano a canestro.

Vincerà chi saprà imporre il suo gioco. Venezia ha una difesa che punta a soffocare le avversarie con uomo, zona, raddoppi e anche maniere forti, mentre in attacco ha più tiratori, con Bramos, Daye e l'ex Haynes.

La Dinamo ama correre e fare transizione soprattutto con gli italiani, ma se la difesa è schierata cerca il post basso col gigante Cooley e le ali Pierre e Thomas, sempre in doppia cifra da quando è arrivato Pozzecco.

Da 80 punti in su ha vinto sempre la Dinamo. Con punteggi bassi ha prevalso Venezia, ma questa è la finale e le energie fisiche e nervose contano più della tattica. A Sassari è stato allestito un maxischermo in piazzale Segni, di fronte al PalaSerradimigni, ad Alghero uno a Lo Quarter, a Cagliari c'è la Clube House Dinamo e poi tanti altri locali pubblici e case pronte a vivere un'emozione che resterà impressa per sempre. Comunque vada. Ecco perché la società ha programmato per domani alle 20 il saluto della squadra ai tifosi in Piazza d'Italia.

La Dinamo ha confermato di non essere di passaggio tra le grandi del basket italiano e questa è una vittoria che vale più di qualsiasi trofeo.
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