C'era una volta il fortino del PalaSerradimigni, dove la squadra biancoblù costruiva un campionato solido e da playoff. In questa stagione sono già 5 le sconfitte casalinghe sulle dieci gare disputate. E ben tre sono arrivate dopo un supplementare: 106-107 con Milano, 98-103 contro Brindisi e domenica 100-105 contro Cremona.

A queste vanno aggiunte le sconfitte in volata contro Venezia 83-86 e contro Pistoia 111-113.

Dimostrazione di mancanza di lucidità e dell'assenza di un killer, purtroppo notate anche quando c'era Bamforth, anche se è indubbio che il suo infortunio abbia tolto al Banco di Sardegna un punto di riferimento fondamentale.

Certo è che a giudicare dalle prime partite nessuno dei due nuovi acquisti, McGee e Carter, sembra giocatore che possa essere decisivo nel finale, anche se ha ragione il coach Pozzecco quando dice che il gruppo deve trovare equilibri nuovi. Non c'è però tanto tempo.

In questo momento Sassari è fuori dai playoff. Per entrare tra le prime otto che disputeranno gli spareggi scudetto al massimo può perdere solo una delle gare casalinghe rimaste, contro Trento, Bologna, Avellino, Brescia e Cantù.

Solo nel primo anno di serie A e nella stagione 2015/16 la Dinamo è riuscita a centrare i playoff nonostante le sei sconfitte davanti al proprio pubblico. Invece nel quadriennio tra il 2011 e il 2015 i biancoblù perdevano durante la stagione regolare due, massimo tre partite al PalaSerradimigni. E i playoff erano sicuri e con buona posizione.
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