Il giorno dopo è quello della soddisfazione per il carattere mostrato dal Banco di Sardegna, ma anche dei rimpianti e delle contestazioni dei tifosi sull'arbitraggio.

La sconfitta per un solo punto nella semifinale (87-86 per Brindisi) è dolceamara. I tifosi sardi, sia quelli presenti a Firenze, sia quelli rimasti nell'isola, hanno sottolineato il valore di Brindisi, il cuore della Dinamo, ma anche il poco equilibrio dell'arbitraggio nell'ultimo quarto.

Tutti i torti non hanno. Basti un dato clamoroso: negli ultimi 10 minuti Brindisi ha segnato solo un canestro su azione, peraltro non costruita: la tripla da nove metri di Chappell. Gli altri 10 punti dei pugliesi sono arrivati tutti dalla lunetta, dove l'Happy Casa ha beneficiato anche di due tecnici di fila a Pozzecco e Pierre, e il secondo è davvero inspiegabile.

La formazione pugliese ha tirato maluccio i liberi, come del resto Sassari, ma ha comunque beneficiato di 5 liberi in più. Dato difficile da spiegare se si pensa che il Banco ha catturato 8 rimbalzi offensivi, gli avversari neppure uno. Non solo, la squadra sassarese è andata al tiro quasi il triplo delle volte rispetto a Brindisi.

Nell'ultimo quarto la Dinamo era carica e feroce, mentre Brindisi ha barcollato chiusa all'angolo. Lo dimostrano i dati: 26 punti contro 13, e 17 rimbalzi a 7. È mancato il colpo del ko, ma il temperamento dimostrato dalla squadra è encomiabile.

Il coach Gianmarco Pozzecco lo ha voluto sottolineare a fine-gara: "I ragazzi hanno fatto di tutto per vincere, hanno tanta volontà e questa è la cosa più importante in questo contesto ed elemento indispensabile per lavorare nelle prossime settimane, mantenendo questa identità e cercando più continuità".

La Coppa Italia ha mostrato una Dinamo che può giocarsela per un posto nei playoff. Adesso il campionato si ferma per due settimane, che serviranno a Pozzecco e lo staff per lavorare tatticamente, alla ricerca di equilibri tattici che vanno rivisti dopo l'infortunio a Bamforth e l'arrivo di Carter e McGee.
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