Fai attenzione alle piccole cose perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi.

Un uovo di quaglia, una seppietta, una tellina, una patata delle Ande, un moscardino, una coscetta di pernice, una melanzana perlina, tutti ingredienti piccoli così, difficili da pelare, difficili da tagliare, difficili da sminuzzare. Come li combinate? Cari aspiranti, avete a disposizione latte, olio, farina, cipolline borretane. Ma lo sapete, Masterchef è così, e più si va avanti, puntata dopo puntata, più è complicato.

Ma questa volta la nostra Francesca Moi parte bene. Gli ingredienti le piacciono, la convincono, va veloce, i gesti esperti, lo sguardo attento. "Vieni, porta il tuo piatto, lo vogliamo assaggiare", Antonino Cannavacciuolo mangia un boccone, e un altro, e un altro ancora, "molto molto interessante", sentenzia.

Pernice in pastella di uova di quaglia e patate grattugiate: ha equilibrio, struttura, compostezza. Francesca Moi si racconta: "Sono nata a Cagliari, a Pisa mi sono trasferita per studiare e ci sono rimasta", sì, ride, "sì, mi sono innamorata" e adesso convive da dieci anni con un uomo con cui sogna di aprire un agriturismo in campagna.

"Cosa fai nella vita?", chiede Bruno Barbieri. "Sto alla cassa in una pasticceria". E la cucina? "La cucina è istinto", risponde sicura. E l'istinto è una cosa meravigliosa.

Ottima prova, comunque; e ottime prove. La puntata scorre bene tra lo stellato Lino Scarallo e l'esterna a Vico Equense, Francesca Moi dimostra perizia e fantasia, l'"Invention Test" non la spaventa, il "Pressure" è micidiale. Brava. Ci vediamo la settimana prossima. Quando, voltandoti, capirai che le piccole cose possono essere grandi

Francesca Figus
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