Podio internazionale per la terza edizione del Fiorenzo Serra Film Festival, il concorso, organizzato dal Laboratorio di Antropologia visuale "Fiorenzo Serra" della Società Umanitaria di Sassari.

Il tema di quest'anno è stato "Aspetti materiali e simbolici del pastoralismo" e ha visto la partecipazione di ben 860 opere provenienti da tutto il mondo. Il primo premio (targa e 3mila euro) è andato al film "How big is the galaxy?", della regista russa Ksenia Elyan. L'opera è la ricerca di una chiave di comprensione della libertà, della conoscenza e della civiltà nei vasti spazi artici della Siberia, a centinaia di miglia da abitazioni umane, attraverso gli occhi di Zakhar, un bambino indigeno di 7 anni.

Questa la motivazione: "Grazie alla regista Ksenia Elyan per aver narrato, attraverso l'originalità del suo sguardo ed una visione poetica di questa realtà, una storia di terre lontane ma prepotentemente vicine nei sentimenti che accomunano e rendono uguali tutti gli esseri umani".

Al secondo posto si è piazzato "Sheep hero", dell'olandese Ton Van Zantvoort: la storia di un pastore olandese di pecore che, accanto a una concezione idealista e a tratti romantica del suo lavoro, svela le contraddizioni di un'attività tradizionale in un mondo globale, in uno scontro fra le esigenze di un pastore e del suo gregge e quelle di una realtà fondata sulla massimizzazione dei profitti.

Ha chiuso la terna "In questo mondo", dell'italiana Anna Kauber, sul lavoro sfiancante di oltre cento donne pastore in Italia, tra i 20 e i 102 anni, simbolo di come si possa sconfiggere qualsiasi cosa, compresi i pregiudizi di occhi annebbiati da secoli di maschilismo, machismo o "meschinismo". Al secondo e terzo classificato sono stati assegnati, rispettivamente, 2000 e 1000 euro.

Menzione speciale, infine, per "Climbing the elixir", della regista nuorese Monica Dovarch.

La sezione dedicata ad Antonio Simon Mossa, che raccoglie i film incentrati su tematiche sociali, è stata invece vinta dal regista indiano Stalin Kalidas con "A tale of bad morning in India", sulla miserrima vita degli spazzini manuali e sulla discriminazione sociale tuttora imperante in quel Paese.
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