"Anche io nel mio piccolo voglio ringraziare chi in questi mesi è stato in prima linea nella lotta contro il coronavirus".

Questa la dichiarazione di intenti di Gianluca Agus, barbiere di origine sarda residente a Bari, che ogni domenica, nella sua bottega "Anniventi", ha deciso di tagliare i capelli gratis ai medici, agli infermieri e agli operatori socio-sanitari che hanno resistito - e che ancora stanno resistendo - nella "trincea" degli ospedali messi a dura prova dall'emergenza Covid-19 che ha sconvolto l'Italia.

E' proprio lui, 29 anni, padre cagliaritano emigrato in Puglia e nonni che vivono ancora nell'Isola, a spiegare l'iniziativa a L'Unione Sarda.it.

Come è nata questa idea?

"Dai racconti di una amica, volontaria nel 118. In queste settimane mi ha parlato di quello che accadeva negli ospedali e di quello che viveva lei in prima persona durante le notti in ambulanza. Storie che mi hanno profondamente colpito".

Cosa le ha raccontato?

"Della paura, dei rischi, dell'insonnia, dei turni massacranti. Ho sentito di ristoratori che hanno contribuito ad alleviare la pressione di chi era in prima linea recapitando pizze o colazioni nei reparti. E mi sono detto: quando riaprirò anche io farò qualcosa per ringraziare chi si è sacrificato senza risparmiarsi durante il lockdown".

Quando riaprirà?

"Lunedì 18 maggio. Non vedo l'ora. E visto che potremo stare aperti anche nel weekend, ho deciso di dedicare la domenica a chi è stato in trincea negli ospedali".

Quali misure di sicurezza dovrete adottare per la sicurezza dei clienti?

"Innanzitutto le prenotazioni. In negozio entrerà solo una persona alla volta, previo appuntamento. Addio alla sala d'attesa".

E poi?

"In secondo luogo dovremo misurare la temperatura a tutti quelli che si presentano. Sopra ai 37,5 gradi non si entra".

E per il "contatto" con i clienti?

"Mascherine, guanti, asciugamani rigorosamente monouso".

La sanificazione degli strumenti?

"Ah, per quello non c'è problema: siamo sempre stati molto attenti alle sterilizzazioni".

Come ha trascorso il lockdown?

"Non lavorare mi è mancato molto. Sono stato a casa. Come tutti. E ho studiato per migliorare ulteriormente le mie capacità e il servizio ai clienti in vista della fatidica riapertura".

Il suo business ha subìto molti contraccolpi per via dell'emergenza?

"Ho aperto tre anni fa e ho fatto debiti per poter avviare l'attività. In queste settimane non ci sono state entrate e spese e bollette si sono accumulate. Per fortuna avevo qualcosa da parte. Ma non mi preoccupo. Sono fiducioso per il futuro. Pagheremo il dovuto e andremo avanti".

Lo Stato sta aiutando la vostra categoria?

"Guardi, anche in questo caso ho fiducia nel fatto che le promesse di sostegno siano mantenute. E lo dico anche se il famoso bonus da 600 euro l'ho ottenuto solo l'altro ieri, dopo quasi un mese dalla richiesta. Ma veniamo da un'emergenza troppo grande. Non posso pensare che non andrà tutto bene".

Il primo posto dove andrà quando ci sarà il via libera agli spostamenti fuori regione?

"Ovviamente in Sardegna. Non riesco a tornarci spesso come vorrei, a causa del lavoro. Adesso ci si è messo il virus. Ma non vedo l'ora di rivedere i miei parenti, mangiare assieme a loro un bel porceddu e scordarmi così di questo periodo difficile".
© Riproduzione riservata