Collegamenti dall'estero sempre più rari, porti e aeroporti chiusi, obbligo di comunicare alla Regione l'intenzione di tornare a casa. L'emergenza coronavirus ha isolato migliaia di sardi che, fuori sede per i motivi più vari (lavoro, studio, sport, vacanza), da febbraio stanno cercando di lasciare in modo complicato e avventuroso l'Australia, i Paesi europei, l'Africa, le Americhe. «Dal 12 marzo siamo riusciti a riportarne a casa circa 2mila», rivela Mariano Pinna, consigliere della Fiavet (la Federazione agenti di viaggio). Non è finita, perché le circa 400 agenzie isolane stanno lavorando per rimpatriarne «altri 500».

Una ricerca continua

Con la cancellazione di centinaia di collegamenti aerei e la riduzione delle tratte via mare la strada del rientro è diventata complicatissima. Inoltre molti Stati da settimane guardano con sospetto gli europei quali possibili diffusori del contagio, obbligandoli a sottostare a una quarantena a volte ingiustificata. A questo si devono aggiungere i tentativi non di rado definiti inutili dai viaggiatori di contattare consolati e ambasciate. Così il punto di appoggio spesso diventano proprio le agenzie di viaggio. Lavorando da casa, o in ufficio da soli, i titolari vivono col telefono all'orecchio e le mani sul pc in cerca di soluzioni. «Avendo contatti con tutte le compagnie del mondo vediamo in tempo reale quali collegamenti sono attivi, anche se orari e collegamenti cambiano molto velocemente, e siamo in grado di dare a chi chiama una risposta quasi certa sulla rotta seguire e il volo più sicuro da prenotare», spiega Pinna, «certo però i tempi di attesa sono lunghi: fino a qualche giorno fa era quasi impossibile partire da alcuni Paesi». Per esempio «dall'Argentina non c'erano voli diretti ed era necessario fare scalo altrove, magari in Brasile. Poi la situazione è diventata anche più complessa. Le cose cambiano di giorno in giorno».

In arrivo dall'estero

Oggi sbarcheranno in Italia due fidanzati cagliaritani che da sei mesi si trovavano in Australia per lavoro, perso a causa del coronavirus. Senza più voli in partenza si sono rivolti all'agenzia che, tra mille difficoltà, è riuscita a farli arrivare a Roma. Qui però rischiano di restare a lungo: sino al 16 aprile non c'è un posto libero sui pochi aerei in partenza per Cagliari. Lo stesso giorno arriveranno a Fiumicino due ragazze provenienti dagli Stati Uniti, dove si trovavano per motivi di studio: hanno trovato un collegamento con la capitale solo dopo settimane di ricerca, ma anche in questo caso manca il transito per l'Isola. È andata bene invece a due cagliaritani andati via da Londra e atterrati a Elmas pochi giorni fa. «Ma da poco noi agenti sardi abbiamo anche fatto rientrare dall'Africa un gruppo di volontari: poco prima che chiudessero l'aeroporto hanno lasciato il Kenya e sono arrivati in Etiopia, da dove sarebbero dovuti decollare per Roma. Ma il volo è stato cancellato e sono stati dirottati a Madrid». Nell'ultima settimana la Blu Panorama «è andata a Cuba a prendere un gruppo di italiani con tanti sardi. Così anche la Neos». Collegamenti in questo caso organizzati «su richiesta del ministero».

L'appello per un aiuto

Insomma, i problemi da risolvere «sono tanti», spiega il consigliere Fiavet: «C'è chi aveva prenotato il viaggio on line e ora non riesce a parlare con le compagnie aree e chi ha pagato i biglietti dei vettori low cost, non è partito e non trova qualcuno cui chiedere il rimborso. Io e i miei colleghi in Sardegna stiamo cercando di aiutare tutti, si sta aprendo qualche spiraglio ma non è facile». Le agenzie, avendo canali diretti, sono in grado «di sapere con relativa sicurezza se il volo parte prima di acquistare un biglietto e, in caso di cancellazione, di far ottenere il rimborso». A tutto questo però va aggiunto l'obbligo di informare la Regione almeno 48 ore prima del rientro per avere il necessario via libera: «Si fa via mail», sottolinea Pinna, «noi aiutiamo i viaggiatori a compilare il modulo. All'inizio era un dramma, ora i tempi sono celeri». E c'è dell'altro: ogni giorno si deve lavorare anche per annullare i viaggi previsti nei prossimi mesi. «Servirebbe che qualcuno riconoscesse il lavoro che facciamo e ci desse una mano, magari con l'accesso al credito e sgravi fiscali», afferma Pinna, «tutte le agenzie di viaggio sarde ci sono e ci saranno sempre».

Andrea Manunza

***

https://www.unionesarda.it/sardi-nel-mondo

Potete inviare le vostre lettere, foto, video e notizie a isardinelmondo@unionesarda.it
© Riproduzione riservata