Roy Paci, in un video, spiega a tutti cosa significare suonare uno strumento a fiato quando le vie respiratorie si restringono per una crisi d'asma. Diventa un'impresa far emettere un suono, modulare una melodia, creare una musica che possa davvero toccare il cuore. E invita tutti a "donare" un respiro, ovviamente in senso metaforico, per le persone che soffrono di asma grave in Italia. L'artista, come altri, raccoglie l'appello dell'Associazione Allergologi Immunologi Territoriali Ospedalieri (AAIITO) e dalle associazioni dei pazienti, e invita a sostenere sui social #donoilmiorespiro. Ma come si fa a donare un respiro? La risposta è semplice, tutti noi possiamo provare a essere creativi, donando un respiro con una performance, un canto, un pezzo musicale con uno strumento, o anche solo un breve video accompagnato da #donoilmiorespiro e taggando @dottoreasmagrave. La fame d'aria, insomma, si può combattere anche sui social, come già sta avvenendo. L'asma severo è responsabile del consumo di circa il 50 per cento delle risorse dedicate alla patologia e spesso si lega a altre malattie. La campagna di sensibilizzazione "Dottore ho l'asma. È grave?" promossa da AAIITO, patrocinata da Federasma e Allergie Onlus, in collaborazione con l'Associazione Asma Grave e Respiriamo insieme, vuole fare chiarezza sulla differenza tra asma e asma grave, informare sull'impatto della patologia e, soprattutto, sulle conseguenze a cui si può andare incontro in caso di mancata diagnosi o di scarsa aderenza alle terapie. «L'analisi dai dati forniti dal Registro italiano sull'asma grave ha consentito di valutare le caratteristiche generali dei pazienti italiani affetti da asma grave, la tipologia dei trattamenti utilizzati e la loro efficacia, le patologie associate - commenta Maria Beatrice Bilò, Responsabile Formazione AAIITO. - Sono pazienti più complessi dal momento che soffrono spesso di comorbidità, riscontrate in più dell'80 per cento dei casi, in particolare rappresentate da sinusite, reflusso gastroesofageo e poliposi nasale. Tra i risultati più interessanti ma al contempo anche più preoccupanti vi è la bassa percentuale di soggetti con asma controllata (circa il 40 per cento) e l'uso tuttora troppo elevato di cortisonici per via sistemica (in circa il 30 per cento dei casi), nonostante l'attuale disponibilità di farmaci biologici efficaci per la maggior parte dei pazienti».

Federico Mereta
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