L'uso prolungato dei telefoni cellulari, misurato su un arco temporale di dieci anni, non è associato all'incremento del rischio di cancro nell'area della testa.

Un risultato che riguarda sia i tumori maligni (glioma) sia quelli benigni (meningioma, neuroma acustico, tumori delle ghiandole salivari).

Lo afferma il Rapporto Istisan "Esposizione a radiofrequenze e tumori", curato dagli esperti di alcune agenzie italiane.

L'Istituto superiore di sanità, l'Arpa Piemonte, l'Enea e il Cnr-Irea hanno condotto una metanalisi degli studi pubblicati dal 1999 al 2017.

Secondo quanto riporta lo studio, la maggior parte della dose quotidiana di energia a radiofrequenze deriva dall’uso del cellulare e "in base alle evidenze epidemiologiche attuali, l'uso del cellulare non risulta associato all'incidenza di neoplasie nelle aree più esposte alle radiofrequenza durante le chiamate vocali".

Gli esperti però sottolineano che i dati attuali "non consentono valutazioni accurate del rischio dei tumori intracranici e mancano dati sugli effetti a lungo termine dell'uso del cellulare iniziato durante l'infanzia".

(Unioneonline/F)
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