Nell'era della smartphone-mania, una buona notizia, che sfata fra l'altro una diffusa credenza, arriva da uno studio australiano: secondo i ricercatori non esiste alcun collegamento tra l'uso dei telefoni cellulari in Australia e l'incidenza dei tumori cerebrali.

L'indagine, coordinata dall'Arpansa (Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency) e pubblicata sul "British Medical Journal Open", è stata realizzata anche in relazione alla tendenza di utilizzo continuo del telefono cellulare da oltre il 90% degli australiani.

I ricercatori hanno in particolare esaminato l'incidenza di diversi tipi di tumori cerebrali negli adulti tra cui glioma, glioblastoma e meningioma diagnosticati fra il 1982 e il 2013. Le diagnosi di 16.825 casi di cancro al cervello sono state confrontate con la sottoscrizione di abbonamenti alla telefonia mobile nel Paese. Ebbene, i tassi complessivi del tumore cerebrale sono rimasti stabili per tutto il periodo esaminato, e non hanno mostrato alcun aumento rispetto alla crescita dell'uso di cellulari in Australia.

C'è stato, in effetti, un aumento di glioblastoma nel 1993 e nel 2002, attribuito però a tecniche diagnostiche migliori grazie ai progressi nella risonanza magnetica. Sebbene l'uso dei telefonini sia aumentato rapidamente dal 2003, inoltre, da allora non è stata registrata alcuna crescita nei tumori cerebrali. Sempre dal 2003 non si è verificato alcun aumento dei tumori cerebrali del lobo temporale, l'area più esposta quando si utilizza un cellulare.

(Unioneonline/v.l.)
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