''Per il caso Montepaschi dovrebbero essere messi sotto processo i vertici del Pd dal 1995 ad oggi, la Banca d'Italia, Draghi e la Consob". Era il 13 febbraio 2013 e in una piazza stracolma di Pavia, Beppe Grillo, a pochi giorni dalle elezioni che avrebbero portato M5s ad essere il partito più votato nella Penisola, tuonava contro l'allora presidente della Bce, che sabato incontra per le consultazioni a Montecitorio.

Era lo "tsunami tour", nel senso che quella campagna elettorale avrebbe travolto il bipolarismo italiano, ma anche perché il comico genovese tuonava proprio contro tutti.

La parabola di Beppe Grillo, da guru del popolo dei vaffa a uomo delle istituzioni, dice molto sull'evoluzione del Movimento 5 Stelle.

Nel 2005 la nascita del blog in collaborazione con Gianroberto Casaleggio, tre anni dopo - 24 gennaio 2008, giorno della caduta di Prodi al Senato - nasce il Movimento 5 Stelle.

Nel 2013 il M5s ottiene un gran risultato alle politiche ed entra in Parlamento, all'opposizione. Gli attacchi di Grillo sono sempre più violenti: Monti diventa "rigor Mortis", Bersani è Gargamella, Draghi è "Dracula".

Il comico ignora "il whatever it takes", e il Quantitative easing lanciato nel frattempo da Draghi, contro il volere della Bundesbank, e continua a perorare "un forte sostegno contro il rigore berlinese, contro Draghi e contro la Ue", tanto da lanciare l'idea del referendum contro l'Euro.

Una serie di attacchi e posizioni che portano il Movimento a diventare il primo partito italiano nel 2018. Prende il 32% e annichilisce l'odiato "Renzie", ancora alla guida del Pd.

I suoi ragazzi, "i ragazzi meravigliosi del Movimento" li chiama, entrano in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno, ma scoprono l'estrema complessità della stanza dei bottoni.

Sempre meno post, meno violenti e più riflessivi. Che spesso evitano di toccare la stretta attualità politica.

Una posizione più defilata, che torna centrale nei momenti decisivi. E' lui a lanciare Conte "l'elevato" e serrare le fila per garantire il sostegno al governo giallorosso dopo la crisi provocata da Salvini.

Sarà lui (dopo un no iniziale durato poche ore) con Conte e Di Maio a cercare di convincere i suoi a sostenere Draghi. Sarà lui, sabato mattina, a incontrare il presidente del Consiglio incaricato. O meglio "Dracula". Senza streaming: anche quello, nella stanza dei bottoni, è passato di moda.

(Unioneonline/L)
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