Nuovo vertice per la definizione della manovra con il premier Giuseppe Conte che riunirà i capidelegazione di maggioranza.

Vero è che l'accordo politico già si era trovato nella lunga notte del varo della manovra. Ma la partita sui dettagli tecnici, come ha ripetuto più volte anche il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, è ancora apertissima.

E a giudicare da come è andato il weekend le premesse non sono delle migliori.

In primo piano lo scontro tra il presidente del Consiglio e Luigi Di Maio. Bisogna fare squadra, ha detto il primo, e chi non è d'accordo è fuori. Senza il Movimento, ha risposto il secondo, non esiste manovra e a dirla tutta non esiste neanche più una coalizione di governo.

Quindi l'elenco dei tre punti imprescindibili per i pentastellati, senza cui non c'è margine di trattativa: in testa il carcere per i grandi evasori, la stretta sulle partite Iva, che non vanno toccate, e le multe per chi non accetta il Pos che, sostiene il Movimento, non si possono introdurre senza prima aver abbassato le commissioni.

Fuori campo l'avvertimento di Zingaretti ("Il governo viene meno con le polemiche") e la garanzia che "il Pd farà di tutto per andare avanti". Mentre Matteo Renzi, dal palco della Leopolda, lancia la sua controproposta basata sulla spending review per ottenere una retromarcia sulle microtasse.

Subito dopo il vertice si terrà il Consiglio dei ministri.

(Unioneonline/D)
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