Il nuovo ministro alla Famiglia Elena Bonetti dà subito una svolta alla "vecchia" gestione di Lorenzo Fontana e archivia il tanto contestato ddl Pillon sull'affido condiviso. Anzi, "per quanto mi riguarda resterà nel cassetto", dice.

"Nessun diritto alla genitorialità o bigenitorialità - spiega - può essere anteposto al supremo interesse dei minori in linea con quanto stabilito nell'evoluzione del diritto di famiglia in Italia e nelle principali convenzioni internazionali. Auspico che queste tematiche non diventino terreno di battaglia ideologica. La necessità di trovare risposte più efficaci alle problematiche legate all'affido esiste. Ciò che è archiviata è una risposta inadeguata e dannosa come quella prevista dal ddl Pillon".

Tra i punti più controversi del ddl una sorta di "genitorialità coatta", che obbligava il bambino a passare lo stesso tempo con un genitore e con l'altro, a prescindere dai suoi rapporti personali, e lo stop all'assegno di mantenimento.

Ma il diretto interessato, il senatore Simone Pillon, non si dà per vinto: "Noi non molleremo mai, finché non sarà riconosciuto il diritto di tutti i bambini a stare con mamma e papà". E sulle modalità della battaglia, aggiunge: "Siamo pronti a ogni evenienza", spiegando che "il Pd vuole imporre l'agenda al M5s, tentando di bloccare la riforma dell'affido condiviso, senza neppur leggere il lavoro fatto in questi mesi sul testo unificato".

Soddisfatto dell'esordio della Bonetti il collega di partito Andrea Marcucci: "Il governo ha bisogno di fatti concreti per marcare una svolta rispetto al passato. Archiviare per sempre il famigerato decreto Pillon vuol dire chiudere con una pericolosa concezione della famiglia e con un'idea medievale delle donne. È una buona partenza".

(Unioneonline/D)
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