Torna il terrore a Parigi. Viene preso nuovamente di mira l'edificio vicino alla Bastiglia teatro nel gennaio 2015 della strage nella redazione di Charlie Hebdo, anche se i sopravvissuti del giornale satirico hanno traslocato in un luogo segreto e protetto.

Un pachistano di 18 anni armato di mannaia ha aggredito due persone che si è trovato di fronte, ferendole in modo molto grave. Si tratta di due dipendenti di un'agenzia di stampa rimasta nell'edificio dell'attentato che erano scesi in strada per fumare una sigaretta.

I FATTI - Manca poco a mezzogiorno quando Alì H. si aggira incerto, guardandosi intorno, in rue Nicolas Appert. Al numero 6 c'era l'ingresso della redazione di Charlie Hebdo, dove i fratelli Kouachi fecero irruzione armati fino ai denti e uccisero ben 12 persone. Mentre Alì si aggira incerto, a qualche chilometro di distanza, a Palazzo di Giustizia è in corso il maxiprocesso ai fiancheggiatori dei due killer e del loro complice Amedy Coulibaly, autore di una strage al supermercato due giorno dopo quella di Charlie Hebdo. All'inizio del processo, il 2 settembre, la redazione del giornale ha ripubblicato le vignette con le caricature di Maometto finite nel mirino degli integralisti islamici, scatenando nuove minacce da parte di al Qaida.

L'AGGRESSIONE - Torniamo al presente: dal portone escono un uomo e una donna, di 36 e 28 anni. Sono dipendenti della produzione di un'agenzia di stampa, Premières lignes, che è rimasta nella sua sede, nello stesso edificio preso di mira dai terroristi. I due sono in pausa, escono per fumare una sigaretta. Dopo pochi istanti - raccontano i testimoni - si odono grida e qualcuno si affaccia alla finestra: l'uomo, zoppicante e insanguinato, viene inseguito da un forsennato con una mannaia in mano, tenta di ripararsi, finisce disteso su un prato vicino, con la gamba gravemente ferita. La donna grida disperata, con una ferita alla testa e il sangue che le cola sul viso.

Il luogo dell'attacco (Ansa)
Il luogo dell'attacco (Ansa)
Il luogo dell'attacco (Ansa)

I SOCCORSI E GLI ARRESTI - In pochi minuti sul posto arrivano polizia e soccorritori, i due vengono portati in ospedale, sono entrambi in terapia intensiva ma non sarebbero in pericolo di vita.

L'aggressore è scomparso ma la sua è una breve fuga: dopo 45 minuti gli agenti lo vedono uscire dalla metropolitana in una piazza della Bastiglia deserta e piantonata dagli uomini dell'antiterrorismo. Il 18enne si siede sui gradini dell'Opera, ha i vestiti descritti dai testimoni, una maglia giallo fluorescente e scarpe da ginnastica rosse. Si lascia avvicinare senza problemi, gli agenti lo portano via e lui - come fosse esausto - non oppone alcuna resistenza.

Dieci minuti dopo vicino al luogo dell'attentato viene fermato un altro uomo inquadrato al suo fianco durante l'attacco, un 33enne algerino di cui ancora si ignora il ruolo nella vicenda, dato che era accanto ad Alì ma non ha partecipato all'attacco. Alì intanto ammette i fatti, il procuratore annuncia che "l'autore dell'attentato è stato arrestato".

LE DICHIARAZIONI - "La Francia - dice il primo ministro Jean Castex -continuerà a lottare con ogni mezzo contro il terrorismo, saremo instancabili nella difesa della libertà di stampa". "Si tratta chiaramente di un atto di terrorismo islamista, un nuovo sanguinoso attacco contro il nostro Paese, contro dei giornalisti", afferma il ministro dell'Interno Gerald Darmanin.

Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio esprimono la loro solidarietà alla Francia: "Solidarietà alla Francia per il vile attacco nei pressi della ex sede di Charlie Hebdo. Siamo vicini al popolo francese e seguiamo con apprensione l’evolversi della situazione. L’Italia è al fianco di chi combatte ogni forma di violenza", scrive il presidente del Consiglio.

ALTRI 5 FERMI - Intanto, in serata altri cinque uomini tra i 24 e i 37 anni vengono fermati in una banlieu a Nord di Parigi, nel corso di una delle perquisizioni nei luoghi dove avrebbe risieduto di recente l'autore dell'attentato.

(Unioneonline/L)
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