Il rischio di un disastro ambientale, con le acque del fiume Ambarnaya che si sono colorate di un rosso acceso e innaturale.

Il crollo di un serbatoio di carburante in una centrale termoelettrica vicino Norlisk, in Siberia settentrionale, ha riversato nel corso d'acqua più di 20mila tonnellate di diesel provocando quello che secondo gli ambientalisti è il più grave incidente di questo tipo dell'Artide.

Putin ha proclamato lo stato d'emergenza per concentrare il massimo delle risorse possibili nelle operazioni di decontaminazione, ma è lo stesso governo russo a definire la situazione "molto difficile".

D'altronde a rendere più complicato il tutto è stata la Ntek, società che gestisce la centrale, che avrebbe ritardato di due giorni la comunicazione dell'incidente alle autorità.

Il timore è che il gasolio possa raggiungere il lago Pyasino, e di lì il fiume Pyasina.

(Foto Instagram)
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In tv al patron dell'azienda è arrivata una lavata di capo da Vladimir Putin, letteralmente infuriato: "Perché le agenzie governative hanno saputo solo due giorni dopo i fatti. Dobiamo sapere delle emergenze dai social media?". Il direttore della centrale, Viaceslav Starostin, è stato subito arrestato.

A provocare l'incidente potrebbe essere stato, indirettamente, il surriscaldamento globale. La zona della centrale è infatti coperta dal permafrost, che si sta sciogliendo, e - secondo una prima ricostruzione - il diesel che si è riversato nel fiume era contenuto in un serbatoio crollato perché i pilastri che lo sostenevano hanno cominciato ad affondare nel terreno.

L'area contaminata sarebbe vasta 350 chilometri quadrati al momento.

(Unioneonline/L)
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