"L'epidemia è tutt'altro che finita in Asia e nel Pacifico. Questa sarà una battaglia a lungo termine e non possiamo abbassare la guardia". Lo ha detto oggi Takeshi Kasai, direttore regionale dell'Oms per il Pacifico occidentale. "Anche nei paesi e nelle aree di questa regione in cui la curva dei contagi si è appiattita - ha aggiunto il consigliere tecnico Matthew Griffith, citando Singapore e Corea del Sud - continuano a comparire nuovi focolai e i casi importati continuano a destare preoccupazione".

In Giappone, il governo esplora nel frattempo la possibilità di decretare lo stato di emergenza.

Il canale pubblico Nhk rivela che la maggioranza dei membri della commissione di esperti istituita dall'esecutivo è a favore della soluzione, anxnche in relazione alle gravi implicazioni che un ritardo potrebbe comportare sull'andamento delle infezioni, in particolare a Tokyo.

Secondo il capo di gabinetto, Yoshihide Suga, il Giappone è riuscito fin qui a tenere sotto controllo l'espansione della malattia, e il governo continuerà a lavorare con le municipalità per individuare i principali focolai, escludendo al momento un lockdown dei principali centri metropolitani. Ad oggi il numero delle infezioni di coronavirus in Giappone si assesta a 1.953 con 56 morti.

(Unioneonline/v.l.)
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