Dopo l'Italia, si muove anche l'Unione europea per il caso di Patrick George Zaki, lo studente egiziano di 27 anni che da venerdì è in stato di arresto, in carcere, al Cairo, dove era tornato per una vacanza dal master che stava seguendo all'Università di Bologna.

Secondo uno dei suoi legali, Wael Ghali, sarebbe stato torturato per ore dalle forze di sicurezza egiziane e ora rischierebbe una condanna all'ergastolo.

"Non è accusato di terrorismo, ma di un'accusa peggiore, rovesciamento del regime al potere, per la quale la pena, secondo la legge, è il carcere a vita", ha spiegato l'avvocato, che ha reso noto che la custodia cautelare "può durare fino a due anni, rinnovata ogni 15 giorni, e talvolta tale detenzione può protrarsi anche oltre i due anni".

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha richiamato i colleghi di Strasburgo sul caso, chiedendo l'immediato rilascio del giovane.

Ha ricordato "alle autorità egiziane che l'Ue condiziona i suoi rapporti con i Paesi terzi al rispetto dei diritti umani e civili".

Josep Borrell, l'Alto rappresentante Ue, solleverà la questione al prossimo Consiglio europeo, lunedì prossimo.

Nelle scorse ore intanto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha confermato l'attivazione della Farnesina nella raccolta di informazioni.

Alla Camera il ministro per i rapporti col Parlamento Federico D'Incà ha risposto al question time sottolineando l'urgenza del caso considerate le analogie con "la dolorosa e tragica vicenda di Giulio Regeni" e rimarca che il caso è una "priorità" per il governo italiano.

Per tenere alta l'attenzione sul caso si stanno moltiplicando le mobilitazioni delle associazioni per i diritti umani: Amnesty Italia ha rilanciato tre date di manifestazioni per chiedere libertà per il ricercatore.

Oltre a quella già annunciata di sabato a Milano, domani sono stati organizzati un sit in a Pescara in Piazza Salotto e un flash mob a Padova al Palazzo comunale, quest'ultimo organizzato dagli studenti Udu e Asu.

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata