"Nessuna pressione, niente, solo una grande bufala".

In una conferenza stampa a New York, a margine dell'Assemblea generale dell'Onu, il presidente americano Donald Trump si è difeso da chi lo accusa di aver chiesto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di spendersi per far aprire un'indagine sul possibile candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden e su suo figlio, all'indomani della pubblicazione da parte della stampa Usa, della trascrizione del colloquio telefonico incriminato, avvenuto lo scorso 24 luglio.

Per il fatto, i democratici, per voce di Nancy Pelosi, hanno chiesto l'apertura della procedura di impeachment.

"Non ho minacciato nessuno", ha ribadito Trump.

"Ho parlato con i vertici repubblicani in Congresso e ho assicurato la piena trasparenza sulle indagini", ha poi spiegato il tycoon.

In un tweet il presidente ha precisato di aver "informato il capogruppo del Grand Old Party, Kevin Owen McCarthy, e tutti i repubblicani alla Camera che sostengo pienamente la trasparenza sulle informazioni del cosiddetto informatore, ma insisto anche sull'avere trasparenza da Joe Biden e suo figlio Hunter, sui milioni di dollari che sono stati rapidamente e facilmente portati fuori dall'Ucraina e dalla Cina".

Intanto le carte della denuncia presentate dallo 007 che ha svelato i contenuti della telefonata sono state consegnate al Congresso, un secondo tassello da cui partirà l'indagine formale per l'impeachment del presidente.

(Unioneonline/F)
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