Dramma a Brasilia dove un bimbo di nove anni è stato segregato, torturato e decapitato perché nessuno si sarebbe potuto più prendere cura di lui. La polizia ha arrestato la mamma della vittima, la 27enne Rosaria da Silva Auri Candido, e la compagna Kacyla Priscyla Santiago Damasceno.

Le donne si sono giustificate affermando che il bambino fosse diventato un peso economico e non avessero più le possibilità di mantenerlo. Versione che non ha ovviamente convinto gli agenti, anche perché alla vittima veniva impedito di andare a scuola e di socializzare con i suoi coetanei.

Un trattamento che ha sconvolto il Paese, con la stampa locale che ha fornito i dettagli delle violenze: al piccolo sono stati strappati gli occhi e i pezzi del corpo sono stati distribuiti in varie valigie nel tentativo di liberarsi di lui definitivamente e disperderne le tracce.

Le violenze nei confronti dei minorenni sono un problema reale e molto diffuso in Brasile, soprattutto nei quartieri più poveri. Spesso la motivazione principale è il traffico di organi, anche se non è questo il caso.

(Unioneonline/M)
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