"Avevo paura di essere rimpatriato".

Ha risposto così il 53enne di nazionalità tunisina che a Como, alle 7 di stamattina, ha accoltellato e ucciso don Roberto Malgesini.

L'uomo, sentito questo pomeriggio in questura con le garanzie della difesa, "ha ammesso le proprie responsabilità in ordine all'omicidio - fa sapere il procuratore della Repubblica di Como Nicola Piacente - e ne ha descritto dinamica e movente, quest'ultimo, allo stato, esclusivamente riconducibile al convincimento di essere una vittima di un complotto che ne avrebbe determinato il rimpatrio in Tunisia".

"Non sono emersi - prosegue la nota - allo stato coinvolgimenti dell'indagato in percorsi di radicalizzazione. Sulla base degli elementi acquisiti, la Procura provvederà nelle prossime ore a formalizzare una richiesta di convalida dell'arresto per omicidio volontario".

LE INDAGINI - L'indagato è in Italia dal 1993 ed è senza permesso di soggiorno dal 2014, da quando si era separato dalla moglie italiana: stando a quanto si apprende alle spalle ha precedenti penali (condanne definitive per estorsione e maltrattamenti in famiglia) e due provvedimenti di espulsione. Il primo in sospeso perché impugnato, il secondo non eseguito per via del blocco aereo causa Covid.

Una persona "con problemi psichici", ha specificato la diocesi, che aveva trovato ospitalità nel dormitorio di una parrocchia e con cui don Roberto era in buoni rapporti.

Eppure stamattina lo ha atteso sotto casa, lì è nato un alterco, si sono sentite delle urla, il sacerdote è stato colpito da più coltellate, quella letale è stata inferta al collo, ed è stramazzato al suolo nella piazzetta, venti metri più avanti.

Poi il 53enne è andato a costituirsi dai carabinieri, 400 metri più in là.

LE REAZIONI - Diversi i messaggi di cordoglio da tutta Italia: "Cordoglio e vicinanza alla comunità diocesana di Como per la morte di don Roberto Malgesini - la nota della Cei -. Preghiamo perché il Signore possa accoglierlo nel Suo Regno, che don Roberto ha contribuito a costruire su questa terra. Ci stringiamo accanto al vescovo Oscar Cantoni, facendo sue le parole con le quali ha descritto don Roberto: 'Un Santo della porta accanto per la sua semplicità, per l'amorevolezza con cui è andato incontro a tutti, per la stima che ha ricevuto da tanta gente anche non credente o non cristiana, per l'aiuto fraterno e solidale che ha voluto dare a tutti'".

E non sono mancate le polemiche: don Malgesini, ha detto Matteo Salvini durante un comizio, "è stato ucciso a coltellate da uno dei troppi immigrati clandestini che sono irregolarmente in questo Paese e invece dovrebbero essere spediti a casa loro. Invece di ringraziare Dio e gli italiani per le possibilità che gli danno, li ringrazia a coltellate. Don Roberto era un prete che amava gli ultimi. Ha smesso di vivere perché c'era chi non aveva il diritto" di essere in Italia.

(Unioneonline/D)
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