Matteo Renzi accusa i magistrati di "invasione del campo della politica". Luigi Di Maio chiede una commissione d'inchiesta sui finanziamenti ai partiti per scoprire fatti politicamente e moralmente rilevanti.

L'inchiesta sulla fondazione Open, con le perquisizioni ai finanziatori della cassaforte renziana dietro la Leopolda (nessun indagato per il momento) agita le acque all'interno dell'esecutivo.

Nel mirino dei pm, in particolare, il reato di finanziamento illecito e l'equiparazione di Open a un partito. "Chi decide cosa è un partito e cosa no? - argomenta Renzi in una conferenza stampa fiume -. Non possono essere i magistrati. Porteremo il caso a tutti i livelli istituzionali". Faro acceso anche sul prestito da 700mila euro che il fondatore di Italia Viva avrebbe ricevuto da un finanziatore di Open: "Falso, sono soldi prestati da una conoscente e restituiti", la replica di Renzi, che annuncia querela.

L'ex premier, dice, si sente "oggetto di attenzioni speciali" da parte dei magistrati e promette battaglia. "Le parole contro i magistrati sono ingiuste - attacca il leader dei Cinquestelle Di Maio - i 2 Matteo (anche Salvini) sono accomunati da questo atteggiamento".

A difesa dei pm parla anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: "Pretendo che nei confronti della magistratura ci sia rispetto. Sicuramente i cittadini non vogliono riportare le lancette dell'orologio alla seconda repubblica, in cui c'erano toghe sì e toghe no".

Tra le altre forze politiche, Giorgia Meloni ricorda che "in passato Fratelli d'Italia segnalò, per questioni più rilevanti, operazioni poco trasparenti intorno al cosiddetto cerchio magico di Renzi. Oggi mi fa sorridere, con amarezza, che il tema di una magistratura politicizzata affiori nell'ambito della sinistra".

"Il vero scandalo è il finanziamento privato ai partiti e alle fondazioni - dice Nicola Fratoianni di Leu -. Dopo aver cancellato il finanziamento pubblico è stata introdotta una forma malsana di finanziamento privato".

(Unioneonline/D)
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