"Caro Giorgio, l'altra notte non ho chiuso occhio pensando a te. Mi piacerebbe che un giorno lontano, quando sarai grande, qualcuno possa fari leggere questa lettera. Magari la tua nuova mamma e il tuo nuovo papà, le stesse persone che nel frattempo avranno trovato le parole giuste per rivelarti com'è cominciata la tua vita con loro, circondato dall'amore che meriti e che qualcuno aveva deciso che non dovevi avere. Io posso solo raccontarti in che modo sei entrato nella mia, di vita, perché già so che non ne uscirai mai più".

Inizia con queste toccanti parole la lettera - inviata al Corriere del Veneto - di Giorgia Cavallaro, infermiera, al neonato abbandonato nel cimitero di Rosolina (Rovigo), e oggi salvo per miracolo. Al piccolo è stato dato il nome di Giorgio proprio perché a salvarlo è stata lei, quell'infermiera che se lo è stratto al cuore sull'ambulanza che correeva verso l'ospedale di Adria.

"Ho 35 anni e lavoro come infermiere nel Pronto soccorso della Casa di cura Madonna della Salute: sembrava una mattina come tutte le altre, poi è arrivata quella telefonata. 'C'è un bambino abbandonato davanti al cimitero di Rosolina, non si muove, è morto'. Mentre Marco guidava l'ambulanza è arrivata una seconda chiamata. 'Il neonato piange'. È lì che abbiamo saputo che eri vivo", racconta la donna rivivendo quei momenti.

"Marco pareva un pilota di Formula 1, sei minuti dopo la prima telefonata eravamo al cimitero. Ti avevano rinchiuso in una sacca da tennis rossa, adagiato su una copertina bianca. La dottoressa ti ha portato nell'ambulanza e ti ha visitato: l'indice di Agpar, che misura i parametri vitali, ci ha detto che stavi bene. È lì che ho capito quanta forza possa esserci in un corpicino così piccolo. Ti ho tagliato il cordone ombelicale, avevi piedini e manine gelate, abbiamo alzato il riscaldamento al massimo e siamo ripartiti. Ti ho preso in braccio e posato al mio petto, poi il suono delle sirene di ha dato uno scrollone, ti sei messo a piangere".

Ed è stato in quel momento che Giorgio ha aperto gli occhi. "Mi hai guardata, ti ho fatto una carezza e subito hai cercato di succhiare il dito, avevi tanta fame. In 12 anni di servizio non avevo mai provato emozioni così intense. Le colleghe dicono che stai bene, che hai mangiato e che ce la farai a diventare grande, a dispetto di chi no voleva".

"Presto - è la convinzione di Giorgia - avrai una mamma e un papà che ti vorranno bene. Ho pensato che quella mamma vorrei essere io, che non ho figli, ma purtroppo so che non sarà possibile: l'iter per le adozioni è lungo e complicato e c'è qualcuno che ti aspetta da molto più tempo di me".

Infine, la speranza "di incontrarti di nuovo, in futuro". Perché "sarebbe bello vedere come sei diventato". E l'augurio: "Di essere felice, crescere sano e conservare la forza che hai dimostrato di fronte a quel cimitero".

Si continua intanto a cercare la donna che ha abbandonato il piccolo dopo averlo messo al mondo. Rischia accuse che vanno dall'abbandono di minore al tentato omicidio. E il paese si è mobilitato, in molti hanno contattato il sindaco e il parroco per sapere come avere il piccolo in adozione.

(Unioneonline/L)
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