Era la notte del 17 aprile 1991, quando Pietro Maso, con l'aiuto del fido amico Giorgio e di altri due amici uccideva, con l'eredità come movente, sua madre Rosa e suo padre Antonio, 48 e 56 anni, nella loro casa di Montecchia di Crosara, nel Veronese.

Un omicidio per cui Giorgio Carbognin, che per il capobanda e "dandy" Pietro avrebbe fatto qualsiasi cosa, si prestò senza esitazione.

Oggi, dopo 26 anni dalla sentenza di condanna emessa nel 1993, Carbognin potrà rifarsi una nuova vita, probabilmente all'estero, e questo grazie al nulla osta rilasciato dalle sorelle di Pietro Maso, Nadia e Laura, che hanno anche dato il consenso al cambio di cognome.

La notizia trapela solo oggi sulle pagine dei media nazionali, ma le firme sono state messe qualche tempo fa e dopo una telefonata dello stesso Carbognin, che oggi ha 46 anni e ha famiglia e due figli, a Nadia e Laura. Da parte loro, l'immediata decisione di accogliere di buon grado la richiesta grazie anche alla fede incrollabile che le ha sempre sostenute. Anche nei 22 anni di detenzione del fratello Pietro, poi uscito e ricascato nel tunnel della droga, e di cui oggi non hanno più notizie.

(Unioneonline/v.l.)
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