Attesa per l'autopsia che avverrà tra mercoledì e giovedì sul corpo di Imane Fadil, una delle accusatrici di Silvio Berlusconi nell'inchiesta sul "bunga bunga", deceduta dopo un mese di agonia all'ospedale di Rozzano il primo marzo scorso in circostanze da chiarire, forse per avvelenamento.

Gli inquirenti hanno ascoltato come persona informata dei fatti il direttore sanitario dell'Irccs Istituto clinico Humanitas di Rozzano, dove la 34enne di origine marocchina è morta.

E al momento il pm di Milano Francesco Greco conferma che una "elevata presenza di cadmio e antimonio" e "valori di cromo e molibdeno molto superiori alla norma" sono stati trovati nel corpo dell'ex modella marocchina.

Prima di pronunciarsi definitivamente sulla vicenda, ha aggiunto tuttavia Greco, "attendiamo l'esito degli esami autoptici", specificando che "non è esclusa anche la causa naturale, anche se tutti gli accertamenti svolti all'Humanitas non hanno riscontrato patologie".

"Gli esami - ha chiarito il procuratore - sono stati fatti in parte sul sangue che è stato lavato due volte nel corso della degenza e sulle urine"

Imane Fadil, prima di morire, aveva detto più volte di essere stata avvelenata.

E mentre l'inchiesta è ancora in corso, intanto, è stato deciso che all'obitorio nessuno si può avvicinare al corpo di Imane: "È una disposizione dell'autorità giudiziaria, non possono vederla nemmeno parenti o amici".

(Unioneonline/D)
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