Dopo la visita medica in Cardiologia al Sirai di Carbonia era stato rimandato a casa a Teulada con una normale terapia ma, dopo tre giorni, è morto stroncato da un malore. E ora la Procura ha aperto un'inchiesta su quello che per la famiglia dell'anziano deceduto è un mistero.

Le domande

«Perché mio padre è stato rimandato a casa con la pressione a 200? Ci auguriamo che l'emergenza Covid non c'entri nulla. Inoltre perché pochi giorni dopo, quando si è sentito male, è stato portato all'ospedale dopo due ore?». I dubbi di Franca La Rocca sono anche gli interrogativi che comincia a porsi la magistratura per far chiarezza sulla morte del Nilo La Rocca, 81enne di Teulada, campano d'origine. L'uomo è scomparso il pomeriggio del 29 ottobre al Sirai di Carbonia per "emorragia cerebrale con scompenso cardiaco acuto". Aveva avvertito un malore la mattina in un bar di Teulada dopo la colazione. Ma le circostanze precedenti al decesso, secondo i familiari e i legali che hanno depositato una denuncia ai carabinieri di Carbonia, presentano troppi lati oscuri. Ora il pm della Procura di Cagliari Rita Cariello ha aperto, dopo la denuncia, un fascicolo con l'ipotesi di omicidio colposo contro ignoti. Primo passo, lo scorso 31 ottobre, l'autopsia. La magistratura è in attesa della relazione del medico legale, da incrociare con i dati delle cartelle cliniche.

Le indagini

L'inchiesta rispetterà i suoi tempi ma nella convinzione che il decesso si sarebbe potuto evitare, sono pesanti gli interrogativi avanzati da una delle figlie, assistita dall'avvocato Gabriele Colombo. «Io non incrimino nessuno ma sto ai fatti - rimarca Franca La Rocca, residente a Varese - ho il terrore che la presa in carico di mio padre, e speriamo che il Covid non c'entri nulla perché non è andato in Pronto soccorso, sia stata sottovalutata». La Rocca, cardiopatico (aveva due stent) ma comunque descritto come persona vigorosa, era andato la mattina del 26 ottobre al Sirai per una visita cardiologica programmata: «Era autosufficiente, è arrivato con la sua macchina ma, dopo che è stata riscontrata la pressione a 200, ci dicano perché un ottantenne con la sua patologia non è stato trattenuto». Questo è il primo dubbio che assilla i familiari del pensionato. Tre giorni dopo il destino infierisce. L'uomo avverte un malore al bar verso le 9.30, viene fatto accomodare su una sedia, arrivano i soccorsi: «C'era il tempo per portarlo subito al Sirai - riprende la figlia - e invece perché l'elisosoccorso viene chiamato dopo 2 ore?». L'uomo sarebbe giunto al Sirai attorno alle 11.30: «Sono stata avvisata dal malore ma mentre facevo il biglietto per venire in Sardegna, dall'ospedale mi telefonano chiedendomi se mio padre fosse caduto battendo la testa: ora pretendo chiarezza anche sui soccorsi il giorno in cui è morto». I legali non si fermeranno alla denuncia che ha innescato l'inchiesta: «Prevediamo di integrare per capire - sottolinea l'avvocato Colombo - le scelte adottate il 26 e il 29 ottobre». Contattata ieri, la Assl di Carbonia ha preferito «a fronte a un indagine in corso, non esprimere alcun commento»

Andrea Scano

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