La pesca e il commercio illegale di ricci di mare nel mirino dell'Ispettorato del Corpo forestale. Impegnate nell'azione di contrasto, che si è svolta oggi a Sant'Antioco, le squadre delle Stazioni Forestali di Carbonia, Iglesias, Santadi, Fluminimaggiore, Siliqua e della Base Navale di Sant'Antioco.

Durante l'operazione sono stati controllati numerosi pescatori e commercianti di prodotti ittici del paese, e, sono stati accertati alcuni illeciti per la pesca illegale. Un fenomeno, quello della pesca illegale, sempre più dilagante, dovuto anche alla crescente richiesta del prelibato echinoderma.

Le conseguenze sono già note da tempo, il prelievo incontrollato dai fondali è ai limiti della sostenibilità, tanto che sta diventando sempre più raro trovare esemplari aventi dimensioni della misura minima consentita per poter essere pescato. In alcuni casi sono stati rilevati metodi severamente vietati e dannosi per tutta la risorsa ittica, come l'utilizzo di attrezzi trainati dalle imbarcazioni, che risultano assolutamente privi di qualsiasi criterio selettivo.

Inoltre, il commercio illegale del riccio costituisce un serio pericolo per la salute dei consumatori, spesso i ricci vengono raccolti in aree marine malsane, come nel tratto antistante al depuratore di Sant'Antioco.

Un altro rischio è costituito dalla vendita illegale della polpa dei ricci, solitamente in piccoli vasetti privi di etichettatura, data di confezionamento e scadenza, senza alcuna informazione sulla provenienza o garanzia igienico-sanitaria del processo di trasformazione. Il Corpo Forestale, con questi controlli, intende tutelare anche la biodiversità del nostro mare, essendo il riccio una specie che costituisce un anello fondamentale della catena alimentare marina, poiché rappresenta l'alimento principale per alcune specie di pesci.
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