Picchiate, stuprate per essere avviate alla prostituzione, ingannate e minacciate insieme ai loro familiari: decine di ragazze nigeriane arrivate nei centri di accoglienza dell'Isola, dopo un viaggio allucinante in Libia e poi per mare, sono le presunte vittime di una organizzazione di trafficanti di esseri umani che aveva il suo quartiere generale nel centro storico di Sassari.

La pm della Dda di Cagliari, Rossana Allieri, ha chiesto pesanti condanne per tutti i presunti componenti della banda. Il processo è quello che si celebra davanti alla Corte di Assise di Sassari. Il magistrato ha chiesto 22 anni di carcere per Vincent Godstime e Vivian Edobor, 18 anni di reclusione per Paul Okhaforh e 15 anni per Anthony Ebueie e Joy Idahor, mentre per Susan Imafidon la pena richiesta è di 18 anni di carcere.

La Direzione distrettuale antimafia di Cagliari ha ricostruito fatti avvenuti in Nigeria, Libia e poi in Sardegna, Sicilia e Piemonte sino alla primavera del 2017, lo stesso anno i Carabinieri arrestarono i presunti trafficanti. Le vittime, secondo la Dda, venivano prese in consegna dai loro presunti aguzzini una volta arrivate nei centri di accoglienza di Porto Torres, Fluminimaggiore e Iglesias. A Sassari venivano organizzati i viaggi delle ragazze, costrette a prostituirsi, verso il Piemonte e la Liguria. Per poter pagare il viaggio dalla Nigeria all'Italia, le vittime dovevano pagare sino a 30mila euro e potevano farlo solo prostituendosi. I legali dei personaggi chiave della vicenda (Danilo Mattana, Marco Palmieri, Francesco Sasso) parleranno nelle prossime udienze.
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