E' il simbolo di uno dei quartieri più popolosi di Sassari: la locomotiva di "Latte Dolce" è lì dal 1979, in piazza Lago di Baratz.

La storica motrice 740 del 1911 (conosciuta dagli addetti come "vecchia 17"), da anni giace in totale abbandono, circondata da una recinzione che non è pari al suo blasone e ai tantissimi chilometri percorsi tra i binari, sino al 1965, anno in cui la locomotiva andò in pensione alla stazione di Sassari e nessuno pareva più volersi occupare di lei, la vecchia nonna della ferrovia sarda. Grazie all'interessamento del cavalier Giuseppe Cabizza, che nel 1968 realizzò con altri ferrovieri una delle prime cooperative edilizie, dal nome "Strade Ferrate Sarde", la locomotiva, dopo lunghe trattative, venne posta a riposo dove si trova ancora adesso, a ridosso dei 264 appartamenti fatti costruire allora dalla cooperativa stessa, uno dei primi grandi insediamenti del quartiere. Giuseppe Cabizza la comprò "un tanto al chilo", come il ferro vecchio.

Ma ferro ce n'era tanto e ci volle un "trasporto eccezionale" per trasferire il pesante mezzo dalla Stazione di Sassari a piazza Lago di Baratz. La vecchia motrice divenne per tanti anni una grande attrazione. Dal 2008 la prese in carico il Comune di Sassari. Per il locomotore cominciarono i guai: manutenzione quasi inesistente, solo qualche verniciatura, sino alle penose condizioni di oggi. Per questo molti cittadini e residenti hanno protestato.

Il consigliere comunale Giuseppe Palopoli si è fatto paladino di questa protesta e ha coinvolto l'assessore Nicola Lucchi, che ha effettuato oggi un sopralluogo, insieme a Palopoli stesso, l'altro consigliere comunale Cristian Luisi e Gianluigi Cabizza, manager sassarese, figlio di quel Cavalier Cabizza, che tanto si profuse per l'iniziativa. Quest'ultimo avrebbe un'idea: "Con i soldi del super bonus del Governo sulle ristrutturazioni ed efficientamento energetico delle case ex Cooperativa Strade Ferrate - propone - si potrebbe eseguire la manutenzione del mezzo, cifra comunque esosa, viste le sue condizioni. Mio padre di questo, da lassù, sarebbe contento. Io comunque ho avviato dei contatti con un'importante società".

L'assessore Lucchi nel frattempo non potrà fare altro che verificare se ci siano risorse comunali per la manutenzione e soprattutto se si ha la volontà politica per questo. La locomotiva non può aspettare però altro tempo: o si trova una soluzione o stavolta rischia sul serio di morire di vecchiaia.
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