Di nuova la faida di Noragugume dentro la storia dell'omicidio di Ittireddu. Ieri, Vincenzo Unali, l'allevatore di 60 anni accusato di avere ucciso Alessio Ara, è ritornato su una circostanza emersa più volte durante le indagini. Unali, davanti ai giudici della Corte d'Assise di Sassari, ha detto che Ara (35 anni, operaio) era amico fraterno di Giampietro Argiolas. Quest'ultimo venne freddato con due colpi di fucile alla fine del 2015 a Noragugume, un anno dopo toccò ad Ara. Dunque, per Unali, il responsabile e il movente dell'omicidio Ara, niente hanno a che vedere con lui e la sua famiglia. L'allevatore ha risposto alle domande del suo difensore, il penalista Pietro Diaz, spostando l'attenzione sulla storia personale della vittima.

Secondo il pm Giovanni Porcheddu, Ara venne ucciso perché Unali riteneva avesse una relazione con la figlia. Le ricostruzioni del delitto, quella dell'allevatore e quella della Procura, sono diverse. Unali ritiene che le ragioni e le responsabilità dell'omicidio di Alessio Ara, vadano cercate nella faida di Norogugume. Va detto che durante le indagini, i Carabinieri del Comando provinciale di Sassari lavorarono anche su questa pista, abbandonata quando gli investigatori iniziarono ad ascoltare diverse persone, le cui utenze telefoniche erano oggetto di intercettazioni. Unali è ritornato anche sul suo alibi, dicendo che al momento del delitto era nella sua casa di Mores, insieme ai familiari. Il processo proseguirà lunedì prossimo con la requisitoria del pm Giovanni Porcheddu e con le richieste delle parti civili, Luigi Esposito e Ivan Golme. Quindi la parola passerà al difensore di Unali, l'avvocato Pietro Diaz.

(a. b.)
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