«Red aveva il fisico statuario del Doriforo di Policleto, il biondo di Rimbaud, il bello di Oscar Wilde. Lui che era dolce come il glucosio, ma che poteva essere un acido».

Così lo descrive il suo migliore amico, Alberto Conoci, 19 anni, maturando al Liceo Classico.

Un ricordo al passato imperfetto, perché purtroppo quel ragazzone di origini inglesi, bello come il sole e fragile come il cristallo, ha deciso di farla finita una notte di giugno.

Invece di andare a scuola si è legato a una corda nel terrazzo di casa. Una tragedia che ha lasciato senza fiato un'intera città e ha piegato le gambe a molti genitori.

«Avrei preferito non dover mai scrivere questa cosa. Avrei preferito stare con lui adesso, magari ripassando filosofia e storia, confidandoci ansie, paure e speranze riguardo all'esame di maturità, come due diciannovenni dovrebbero fare».

Ma Alberto scrive e si sfoga in una lunga lettera, «una riflessione dei giovani del secondo millennio».

Il messaggio - Lo studente è anche il figlio del sindaco appena eletto ad Alghero, Mario Conoci, ed è proprio per questo motivo che il suo messaggio arriva solo adesso, ben dopo le elezioni, «perché non volevo - tiene a dire - che questa lettera venisse vista come una squallida manovra elettorale».

Invece appare come un disperato appello al mondo degli adulti distratti. Ai genitori di tutti i ragazzi che a volte sembrano insicuri, bulli, chiusi, diffidenti e anche a quelli che, invece, si mostrano sereni.

«Io vi prego di ascoltare i vostri figli. Fatelo quando sono felici, quando sono in ansia, quando sono tristi. Fatelo quando non vogliono parlare: in questo caso ascoltate il loro silenzio, perché a volte significa più di quanto sembri. Non fate l'errore di pensare che vada sempre e comunque tutto bene: ciò che mostriamo all'esterno può talvolta essere ingannevole e fuorviante».

La fine di un amore, la bocciatura, la lite con il migliore amico. Problemi che per il mondo degli adulti potrebbero sembrare di piccolo conto.

«Il fatto che voi li abbiate già affrontati e superati, non vuol dire che siano meno importanti per noi», avverte Alberto, senza voler di certo fare la morale.

L'appello - «Mi rivolgo ora ai miei coetanei, come un amico. Per voi, oltre all'ascolto dei vostri amici, si aggiunge un altro compito: quello di aprirvi e confidarvi, almeno con qualcuno. Non importa sia vostro zio, vostra sorella, il vostro cane o gatto. Parlate con chiunque. Parlate dei vostri problemi».

Red, evidentemente, si era tenuto dentro tutto il suo dolore.

«Non avrebbe mai voluto che passasse il messaggio che il suicidio è un'alternativa: non lo è», sottolinea Alberto Conoci.

«È terrificante pensare al male e al dispiacere che un gesto del genere può causare alle persone che ci stanno attorno, a come tutto si annulli, perda di importanza. Coppà, la verità, non ne vale la pena. Pensa. Non ne vale la pena».

Superare i limiti - Red forse avrebbe potuto superare la sua crisi, il suo male di vivere, aprendosi agli altri. Lui che per molti era uno con cui confidarsi.

«Studiava i limiti, ma non è riuscito a superare i suoi. Ha deciso di concludere come Madame Bovary e il Giovane Werther. Lo ricorderemo come Foscolo avrebbe voluto: rendendogli omaggio nel suo luogo di sepoltura, quando finalmente la sua anima potrà essere trainata da un carro con due cavalli alati».

Caterina Fiori

© Riproduzione riservata