È in stato di fermo Dragan Ahmetovic, il cittadino bosniaco già noto alle cronache per la vicenda di una nipote, la piccola Esperanza, morta misteriosamente nel dicembre di due anni fa a Cagliari. Questa volta l'uomo è finito nei guai per una questione di ricettazione.

Secondo l'indagine portata a termine dalla polizia di Quartu Sant'Elena, e denominata "Sant'Avendrace", l'uomo sarebbe coinvolto nella ricettazione di beni rubati tra i quali compaiono due preziose opere d'arte appartenenti alla chiesa di Sant'Avendrace e raffiguranti una natività e l'immagine dello stesso santo.

I due quadri, che risalgono rispettivamente al '700 e all'800, erano conservati in alcuni locali a Selargius e da lì sono stati trafugati da ignoti. L'indagato, hanno accertato gli inquirenti, era entrato in possesso dei due oggetti insieme ad altra merce che è stata ritrovata in un immobile che lo stesso Ahmetovic occupava abusivamente e aveva poi tentato di rivenderli ad altre persone senza però riuscire a concludere l'affare.

Gli approfondimenti investigativi sono iniziati dopo l'acquisizione, da parte degli agenti del Commissariato, di un video pubblicato su Facebook. Nelle immagini il cittadino bosniaco minacciava di uccidere, mentre era in palese stato di ubriachezza e di un violento stato d'ira, un suo connazionale che vive nel Cagliaritano. Rivolgendosi ad alcune famiglie della comunità rom, mostrava un fucile calibro 12, con munizionamento, e manifestava chiaramente la volontà di esplodere in faccia all'uomo sei colpi.

Alla base delle minacce c'erano non solo vecchie questioni tra i due ma anche il risentimento dell'indagato nei confronti del rivale per aver testimoniato contro i propri familiari nel procedimento penale relativo all'omicidio della piccola Esperanza (entrambi i genitori erano stati fermati).

Il possesso delle armi da parte di Ahmetovic è stato confermato anche da testimoni e dal ritrovamento di un'ogiva.

I diversi sopralluoghi effettuati nell'area da lui occupata abusivamente, inoltre, hanno consentito di verificare le sue responsabilità anche nella realizzazione di una vasta discarica abusiva.

Durante le perquisizioni, alle quali hanno preso parte i poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine Sardegna, il Nucleo Cinofili della Polizia di Stato di Abbasanta e il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, l’indagato, messo di fronte all’evidenza, ha consegnato spontaneamente i quadri rubati che sono stati così restituiti alla collettività.

(Unioneonline/s.s.)

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LE PAROLE DEL DIRIGENTE DEL COMMISSARIATO (video di Matteo Vercelli):

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