Un po' di mestizia è inevitabile, per chi magari vorrebbe passare il 25 dicembre in compagnia dei familiari, ma l'area del Natale riesce a penetrare anche le mura di un penitenziario.

Come quello di Uta, dove la messa celebrata dall'amministratore apostolico di Cagliari Arrigo Miglio è stato un momento toccante di comunione, anche per i carcerati.

Prevale anche qui l'atmosfera di gioia del Natale.

"Chi è in carcere vive la festa più o meno come viene vissuta fuori: può sembrare strano, paradossale, ma l'atmosfera natalizia arriva anche qui. Attraverso i colloqui con i familiari, l'osmosi che si crea con il personale, così il Natale diventa un momento di gioia e speranza", spiega Marco Porcu, direttore del carcere di Uta.

Nel periodo delle festività vengono incentivati e aumentati i colloqui con la famiglia. "Il fatto che il familiare venga a fare il colloquio il 23, il 24, per dar loro gli auguri fa sentire i detenuti meno lontani dal nucleo", spiega la vicecomandante degli agenti di polizia penitenziaria del carcere, Barbara Caria.

Il presepe di mollica di pane
Il presepe di mollica di pane
Il presepe di mollica di pane

Si cerca inoltre, ove possibile, di permettere ai carcerati di trascorrere parte delle festività con le loro famiglie. Oggi, ad esempio, su 570 detenuti una quarantina sono in permesso premio. E altri ci andranno nel giorno di Capodanno.

Poi ci sono i preparativi, e non è detto che i detenuti ne siano esenti. Il Natale 2019 nel carcere di Uta, ad esempio, è stato caratterizzato anche dalla realizzazione di un bellissimo e originale presepe posto all'ingresso della cappella. Fatto solo di mollica di pane, ci hanno lavorato una decina di detenuti per 4 o 5 mesi.

"Una mia idea - spiega l'agente Giampiero Murtas - anche per tenere occupati il più possibile i detenuti".

(Unioneonline/L)
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