Ad Austis no, non si voterà nemmeno questa volta.

Tra gli 800 abitanti del paese de sa crabarissa resta la crisi di vocazioni. Nessuno vuole fare il sindaco. Per fortuna è andata meglio di un anno fa a Sarule, Ortueri, Magomadas e Putifigari: l'alternativa al commissario c'è, le quattro comunità hanno espresso un aspirante primo cittadino. L'avversario si chiama quorum. Lo stesso che dovranno affrontare le candidate e i candidati di Onanì, Esterzili, Genoni, Illorai e Sorradile. Andrebbero premiati per la disponibilità e il coraggio con un pieno di voti e non solo con un sei di stima rappresentato dal 50 per cento più uno degli elettori. Pensiamoci.

In molti dei nostri paesi, se le strade consentono di arrivarci, spesso è difficile persino utilizzare il telefonino. Figurarsi avere una scuola o un parroco (a proposito di crisi di vocazioni) in esclusiva. Poter contare su un sindaco, su queste colonne già ribattezzato come l'ultimo dei samurai, significa avere una voce amica che amplifica i problemi e prova a risolverli. In quella trincea, avamposto di uno Stato canaglia, che è il Municipio.

Ci piaceva partire dai nostri piccoli paesi per parlare di una tornata elettorale che, tra i 28 Consigli comunali da rinnovare, vede sotto i riflettori nazionali Cagliari e Sassari. Ma nel capoluogo sardo, a differenza della città turritana, sarà impossibile replicare la sfida delle Regionali per l'assenza del Movimento Cinque Stelle. "Ci sono valori che fanno parte del nostro Dna a cui non rinunciamo in base alla convenienza", ha detto Luigi Di Maio al nostro Giulio Zasso.

Ricorderete. Il cardiologo Alessandro Murenu, benedetto dalla rete a Cinque Stelle per la corsa a Palazzo Bacaredda, è scivolato su un post condiviso su Facebook. Eccolo: "Chiamare l'aborto 'un diritto della donna' è come chiamare la lapidazione femminile 'un diritto dell'uomo'".

Coerenza per coerenza, il dottor Murenu non si è mai pentito. Anzi. "Da privato cittadino - ha detto qualche giorno fa al nostro Marco Noce - esprimevo posizioni etiche personali che non avrebbero inciso sulla mia eventuale azione amministrativa. La legge 194, ho chiarito, deve essere rispettata".

Così è maturata la mancata candidatura. A costringere al possibile ballottaggio Francesca Ghirra (centrosinistra) e Paolo Truzzu (centrodestra) ci ha pensato l'ambientalista Angelo Cremone. Se si dovesse arrivare al secondo turno, per i 134 mila potenziali elettori quella del 30 giugno sarebbe la quinta chiamata alle urne in cinque mesi. Un record che Cagliari condividerebbe con Monserrato e Sinnai, al voto già dal 20 gennaio per rieleggere il deputato del collegio. Il pensiero di molti, è inevitabile, va all'affluenza, anche se il richiamo delle amministrative è tradizionalmente il più forte.

Non c'è da sconfiggere il quorum, nemico di chi corre da solo, ma un distacco crescente. Con una riflessione a parte sui giovani. Molti diciottenni, in questo 2019 pieno zeppo di appuntamenti elettorali, hanno sinora rimandato il battesimo del voto, soprattutto nel capoluogo. Facile chiamare in causa scuola e famiglia, ma è un disinteresse da approfondire in uno scenario ben più ampio. E che non è certamente solo sardo.

EMANUELE DESSÌ
© Riproduzione riservata