Cagliari, due ambulanze portano i nomi di Habiba e Salvatore
Sono dell’associazione I Sardi Soccordo e dalle prossime ore entreranno in servizio nel sistema del 118Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Porteranno i nomi di Habiba Rami Muhammad Abu Shawish e Salvatore Mascia le due nuove ambulanze dell’associazione I Sardi Soccorso che, dalle prossime ore, entreranno in servizio sulle strade di Cagliari e della provincia, operative nel sistema di emergenza 118 per prestare assistenza e salvare vite.
Habiba era nata a Gaza, in Palestina, nel 2014. Aveva undici anni quando, il 23 novembre 2025, è morta insieme a tutta la sua famiglia nel campo profughi di Nuseirat.
Salvatore Mascia, invece, viene ricordato come un uomo buono, generoso e umile. Due storie diverse, unite oggi da un gesto simbolico che trasforma il ricordo in un impegno quotidiano.
La cerimonia di intitolazione si è svolta ieri a Cagliari, nella sede dell’associazione in viale Trieste 118. Presenti gli operatori di I Sardi Soccorso, in divisa, ai quali è andato il ringraziamento del coordinatore Marco Argiolas per il lavoro quotidiano svolto al servizio della comunità.
Un invito a non dimenticare la tragedia che continua a colpire la popolazione palestinese è arrivato invece da Fawzi Ismail, presidente dell’associazione Amicizia Sardegna Palestina.
La breve vita di Habiba è stata segnata dalla guerra e dagli sfollamenti continui. La sua famiglia era stata costretta a spostarsi almeno cinque volte dopo il bombardamento della torre in cui viveva, nelle Torri di Ain Jalout. Avevano trovato rifugio prima nella casa della famiglia Al-Bahisi a Deir al-Balah, poi nella zona di Al-Sawarha e infine in un’abitazione temporanea nel Campo 2. Dopo aver riparato una casa parzialmente distrutta dai precedenti bombardamenti, nuove esplosioni hanno colpito la zona, arrivando – come è stato ricordato – “più velocemente della pioggia”.
Nonostante tutto, Habiba continuava a frequentare la scuola part-time. Amava disegnare, recitare poesie e dedicarsi all’arte. Sognava di diventare dentista e desiderava soltanto che la guerra finisse, per poter avere una stanza tutta sua dove sistemare i suoi giocattoli. Ieri la cerimonia è stata introdotta da Monica Zuncheddu.
(Unioneonline)
