Grazie alle attività di volontariato sul territorio, le associazioni Cabs e Lav hanno portato a termine nel sud Sardegna alcune operazioni per individuare situazioni di cattura degli uccelli.

Nella zona di Villasimius, i volontari Lav hanno filmato una persona che posizionava tra la vegetazione delle reti e hanno salvato alcuni tordi rimasti intrappolati. Le immagini sono state consegnate ai carabinieri.

A Quartucciu sul terreno un uccellatore aveva piazzato decine di canne ricoperte di colla sintetica per catturare uccelli selvatici che venivano attirati dal canto di un cardellino che, detenuto illegalmente, era inserito in una piccola gabbia e usato come richiamo.

A Capoterra un bracconiere è stato ripreso con videocamere mentre nascondeva gli uccelli in auto e a Sinnai il Cabs ha individuato un uomo che catturava tordi attraverso decine di grandi reti.

Tutto il materiale è stato messo a disposizione dei carabinieri.

Un sequestro dei carabinieri a Capoterra (foto Cabs)
Un sequestro dei carabinieri a Capoterra (foto Cabs)
Un sequestro dei carabinieri a Capoterra (foto Cabs)

"Le denunce presentate e i dati raccolti - dicono le associazioni - dimostrano inequivocabilmente che il fenomeno dell’uccellagione, seppur diminuito, non è stato per nulla debellato, mentre quello agli ungulati non sembra conoscere flessioni. Pertanto è bene che l’Unione europea continui a tenere sotto stretta osservazione l’Italia per le stragi di uccelli migratori perpetrate in nome di anacronistiche tradizioni".

E segnalano anche alcuni cambiamenti: "Prima i bracconieri si dedicavano prevalentemente alla cattura di tordi, la specie commercialmente più ambita; oggi si catturano prevalentemente storni. Ma il numero degli uccelli uccisi resta identico a quello di alcuni anni fa, così come non si è ridotto il danno causato all’ambiente naturale".

"Da ottobre a febbraio nel Parco Naturale Regionale del Molentargius Saline, gruppi di bracconieri di Quartu hanno catturato nottetempo, con cadenza più che settimanale - aggiungono -, gli storni posati sulle canne nei dormitori notturni. Solo nel Molentargius, senza considerare gli altri stagni della Sardegna, sono stati così catturati con le reti e uccisi per soffocamento, in grandi sacchi di plastica, decine di migliaia di uccelli. Molte altre centinaia sono stati lasciati agonizzanti sul terreno o in acqua, dove sono morti per annegamento".

C'è infine il problema degli illeciti penali: "Gli uccellatori sono quasi tutti privi di licenza di caccia, pertanto dovrebbero essere imputati di furto aggravato. In tal senso si erano pronunciati alcuni anni fa anche alcuni magistrati di Cagliari in un pubblico convegno sul bracconaggio. Invece sembra che la Procura della Repubblica continui a contestare ai bracconieri sprovvisti di licenza i semplici reati (contravvenzioni) previsti dalla legge 157, per i quali sono previste pene irrisorie, delle semplici multe. Ciò ovviamente non ha alcun effetto deterrente sui rei e impedisce la contestazione del reato associativo quando, come nel caso del Molentargius, nell’attività illecita risultino coinvolte decine di persone organizzate a questo scopo".

(Unioneonline/s.s.)
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