Le scuse anche quest'estate sono state tantissime: "Non lo sapevo", "Prendo la sabbia ogni qual volta che vado nei luoghi che visito", "Siete troppo fiscali, ho preso solo qualche granello". Ma non solo: qualcuno questa volta ha pensato di portarsi a casa il quarzo bianco del Sinis per poi confezionare le bomboniere del matrimonio.

La sabbia del Sinis per il quarto anno consecutivo è stata la più rubata. Così denuncia l'associazione "Sardegna rubata e depredata" della quale fanno parte anche alcuni ragazzi che lavorano al check-in dell'aeroporto di Elmas, da anni impegnati a sequestrare dalle valigie dei vacanzieri i granelli bianchi di Is Arutas e Mari Ermi.

Questa volta però ci sono anche belle notizie. I chicchi di quarzo sequestrati in questi mesi, ora custoditi nei magazzini dell'aeroporto di Elmas, sono poco più di 100 chili. La metà in sostanza rispetto agli altri anni. "Si tratta di un dato positivo - commenta Franco Murru, presidente dell'associazione -. Sicuramente perché la stagione è partita tardi rispetto al solito causa emergenza sanitaria da covid-19. Ma secondo me ha influito anche la presenza delle 'Sentinelle del Sinis' messe in campo dall'Area marina protetta. Evidentemente molti non hanno agito per paura di essere osservati".

Esperimento riuscito insomma. Almeno cosi sembrerebbe. La presenza di 40 volontari che per tre mesi hanno sorvegliato la costa è servita. Un grande aiuto è arrivato però anche dai bagnanti. Sono state tante le persone che sono intervenute per bloccare i ladri di quarzo. Spesso ricevendo in cambio insulti e parole poco carine.
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