Tolti i sigilli da una parte dello stabilimento di Magomadas. Questa mattina il pubblico ministero Marco De Crescenzo ha accolto la richiesta presentata dalla Geco, assistita dall'avvocato Danilo Mattana, all'indomani del sequestro dell'impianto e dell'area cosiddetta ex Cavia, dove attualmente è depositato il materiale ammendante.

Il pm ha emesso un decreto di revoca parziale di sequestro preventivo e ha autorizzato lo svolgimento di attività sui beni sequestrati.

E' stato consentito solo l’accesso ai dipendenti per l’attività amministrativa negli uffici e poi l’attività nella parte dello stabilimento che si occupa di inerti. Restano assolutamente bloccate invece tutte le attività legate ai fanghi, il lavoro nelle vasche e il trattamento di ammendante.

"Ringraziando il pm De Crescenzo per la tempestività dell'intervento, confermiamo la nostra totale disponibilità a collaborare e fornire ogni elemento necessario a chiarire la regolarità della nostra attività così come verificato ed attestato anche da parte degli enti istituzionalmente preposti - ha detto Bonifacio Angius, uno dei soci - Ci teniamo comunque a ribadire che trattiamo fanghi per produrre ammendante funzionale al miglioramento del terreno e che non c'è alcuno sversamento di rifiuto". La ditta ha ribadito di essere sempre

I reati contestati dalla magistratura sono l'attività di raccolta, trasporto, smaltimento di rifiuti senza la necessaria autorizzazione. E ancora l'emissione di vapori e odori pericolosi (tecnicamente si tratta del reato di "getto pericoloso", articolo 674 del codice penale).
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