Fa discutere la richiesta di Cesare Battisti di avere in carcere un'alimentazione più "adeguata" alle sue condizioni di salute.

L'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, dopo decenni di latitanza, sta scontando l'ergastolo per quattro omicidi (di due è stato esecutore materiale) in una cella di massima sicurezza nel carcere di Massama.

Da qui parte la protesta: Battisti si dice affetto da patologie quali l'"epatite B" e la "prostatite" e perciò, dice, ha bisogno di acquistare o cucinare piatti diversi da quelli che gli vengono forniti ("scarsi" e "pieni di fritti e grassi"), una possibilità a lui preclusa e invece consentita agli altri detenuti.

Richiesta da non accogliere e anzi cestinare per il leader della Lega Matteo Salvini, che su Facebook commenta senza giri di parole: "Assassino comunista si lamenta del menù in carcere? Taci e digiuna, vigliacco".

"Abituato al caviale mangiato in questi anni insieme alle anime belle della sinistra - gli fa eco la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni - Cesare Battisti ora si lamenta della qualità del cibo del carcere nel quale è detenuto. È la dura vita degli assassini che pagano per i loro crimini, Cesare. Confido che nessuno perda tempo ad assecondare le ridicole lamentele di questo personaggio".

Il legale di Battisti, Gianfranco Sollai, lo difende così: "Il cibo influenza il nostro stato di salute, che è un principio costituzionalmente garantito. Il mio assistito si trova in stato di isolamento e può mangiare solo cibo somministrato dall'amministrazione, mentre gli altri detenuti possono cucinare il cibo portato dai parenti o acquistato. Abbiamo sollecitato anche analisi ed esami per accertare il suo stato di salute".

L'ex primula rossa dovrà ora attendere almeno una decina di giorni il responso dei giudici del Tribunale di sorveglianza di Cagliari. La richiesta, intanto, è stata contestata in aula dal procuratore generale.

(Unioneonline/D)
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