Anna Broccia, farmacista di Mogoro, è arrabbiata: "Ci sentiamo beffati dopo essere stati in prima linea dallo scoppio della pandemia, mettendoci a rischio e tutelandoci da soli, visto che nessuno ci ha fornito dispositivi di sicurezza, come le mascherine. Non ci sono affatto piaciute le accuse del commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Domenico Arcuri al nostro settore, a sua detta responsabili della mancanza di mascherine".

La farmacista mogorese ha ricordato: "Dai primi giorni dell'emergenza ci siamo organizzati da soli, senza un aiuto o una direttiva da parte di nessuno. Ci siamo procurati in maniera autonoma mascherine e disinfettanti, allora difficilissimi da trovare. Non solo. Per settimane l'Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute ci ha detto di comunicare che le mascherine non fossero necessarie, perché non se ne trovavano. Poi l'annuncio del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte del prezzo di una mascherina a 0,50 euro, che sarebbe salito a 0,61 euro con l'iva. A quel punto i produttori italiani, che avevano in giacenza stock di mascherine nei loro magazzini hanno iniziato a venderle solo all'estero a prezzi più convenienti. Il risultato? In Italia ancora una volta è diventato quasi impossibile trovare questi dispositivi di sicurezza". Quindi le dichiarazioni del commissario Arcuri.

"Siamo arrabbiati e delusi", ha concluso Broccia, "il commissario ci ha accusato di non vendere eventuali mascherine nelle nostre giacenze e ha invitato gli italiani a andare a comprarle nei supermercati. Davvero assurdo. Non ci sono mascherine e per poterle vendere a 0,50, anche senza guadagnarci, le dovremmo poter acquistare a un prezzo, che ci consenta poi di farle pagare 0,50 euro. Siamo stati una delle categorie in campo da subito e che non si è mai fermata. Venti nostri colleghi sono anche deceduti a causa del Covid-19. Avremmo meritato più rispetto e meno accuse".
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