La variante inglese allontana la zona bianca auspicata pochi giorni fa da Christian Solinas sulla base dei dati del monitoraggio della Cabina di regia e fa scattare l'allarme rosso.

Non solo Bono, il comune in lockdown da sabato e fino al 6 marzo. Altri focolai si stanno rivelando nel Centro e Nord dell'Isola.

Sotto stretta osservazione Olbia e La Maddalena, un caso è emerso ad Alghero, cinque a Nuoro, dove si attende la conferma di ulteriori otto casi di quella che è stata ribattezzata la variante del Kent, dal nome del territorio in cui sono stati rilevati i primi contagi.

"Essendo così contagiosa, purtroppo c'è da aspettarsi altri casi", spiega Andrea Crisanti. La variante inglese ormai circola nell'Isola come in tutta Italia, ha una capacità di trasmissione superiore del 50-70%.

Possibile l'istituzione di altre zone rosse locali, è quello che raccomandano ministero e Istituto superiore di sanità in presenza di focolai di questa mutazione di SarsCov2: "E' l'unica risposta che si può dare, zone rosse chirurgiche, di paesi ma anche di quartieri", spiega il professor Crisanti.

"La Sardegna - osserva il coordinatore della campagna Sardi e sicuri - ha ottime possibilità di diventare Covid-free, ma la variante mette in pericolo il raggiungimento dell'obiettivo. Ora è necessario regolamentare gli ingressi e bloccare la mobilità parzialmente per due o tre settimane".

Intanto a Bono, dove sono stati accertati i primi 5 casi di variante inglese nell'Isola, i positivi salgono a 36, ieri se ne sono aggiunti altri sette. Un centinaio le persone in isolamento.

Il sindaco Elio Mulas chiede di avere subito i vaccini, di certo verrà fatto lo screening. Ma sulla variante inglese, avverte Crisanti, "va utilizzato il tampone molecolare", i tamponi rapidi non bastano.

(Unioneonline)

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