"Un uomo che amava la Sardegna e che lavorava ogni giorno, in Danimarca e ovunque andasse, per far conoscere a tutti le bellezze dell'isola".

Questo il ricordo di Andreas Harder nella parole di Olimpia Grussu, presidente del circolo sardo Incantos di Copenhagen di cui il 55enne, rimasto vittima di un malore fatale a Cala Liberotto, era uno dei più orgogliosi animatori.

"Era stimato e apprezzato, sia a Copenhagen che in Sardegna. Aveva seguito le orme della madre Maria Giacobbe, scriveva libri e articoli, dedicati soprattutto alle sue grandi passioni, la cucina e l'enogastronomia.

Era un grande esperto di aceto. E, come il fratello Thomas, era innamorato della Sardegna, sua terra d'origine", racconta Olimpia, la voce rotta dal cordoglio, a L'Unione Sarda.it.

Andreas Harder (da Facebook)
Andreas Harder (da Facebook)
Andreas Harder (da Facebook)

"Ci eravamo sentiti da poco, stavamo organizzando una festa per agosto, a Copenhagen, per celebrare il compleanno di Maria. Quello che è accaduto è una tragedia indescrivibile, un dramma che lascia senza parole".

Olimpia Grussu tiene a sottolineare il grande legame tra Andreas e l'Isola, lo ribadisce più volte.

"Incarnava alla perfezione il figlio di chi è emigrato e che, nonostante la lontananza, resta orgoglioso ed entusiasta delle proprie radici. Si è sempre impegnato per costruire un ponte tra la Sardegna e la Danimarca. Per questo al suo funerale il nostro circolo porterà con sé la bandiera ufficiale con i Quattro Mori, il simbolo della terra che Andreas ha sempre amato e portato nel cuore".

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)
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