Nuovo trasferimento per donne e bambini della Alan Kurdi. Nel tardo pomeriggio è stato deciso di accogliere parte delle persone sbarcate dalla nave quarantena della Ong Sea Eye all'interno della Stazione marittima di Olbia.

Le operazioni sono coordinate dalla Direzione marittima di Olbia e dalla Protezione civile. Sono state sistemate brandine e tende all'interno della sala convegni dell'edificio, dove le mamme e i loro figli, alcuni molto piccoli, e tutti i minori non accompagnati dai genitori, avranno i bagni e l'acqua corrente.

Servizi che non sono presenti all'interno della caserma dei Vigili del Fuoco del porto industriale di Olbia, dove i 125 migranti dell'Alan Kurdi hanno trascorso la notte e dove restano tutti gli uomini, circa sessanta persone. Il trasferimento di donne e bambini è stato affidato a Guardia Costiera e Vigili del Fuoco.

Gli uomini della Guardia Costiera impegnati nelle operazioni (foto Busia)
Gli uomini della Guardia Costiera impegnati nelle operazioni (foto Busia)
Gli uomini della Guardia Costiera impegnati nelle operazioni (foto Busia)

Associazioni di volontariato di Olbia stanno intervenendo a supporto della Protezione civile. E prosegue la polemica sulla modalità e i tempi dello sbarco dei migranti. Nel sito della Ong Sea Eye si legge: "Ieri i nostri ospiti hanno dovuto aspettare molte ore sul ponte dell'Alan Kurdi sotto il freddo, il vento e la pioggia. Sessanta persone hanno dovuto trascorrere anche un'altra notte a bordo, poiché le autorità italiane hanno sospeso il processo di registrazione ieri intorno alle 20:30 e lo hanno ricominciato solo sabato mattina. Possiamo solo immaginare perché ci sia voluto così tanto tempo. Ma sembra che le autorità italiane siano state semplicemente sopraffatte. Questa non è stata un'accoglienza amichevole per i nostri ospiti, che hanno dovuto aspettare gelati sotto la pioggia, ma l'hanno sopportata con grande pazienza".

Sulla vicenda è intervenuto il vescovo di Tempio, Sebastiano Sanguinetti: "La Chiesa non entra nella polemica politica, ma fa la sua parte aiutando queste persone. Non si può girare la faccia davanti a chi ha bisogno".
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