Le prime, parziali, ammissioni sono state messe a verbale. La casalinga olbiese arrestata per i presunti maltrattamenti e feroci vessazioni ai danni del nipote di 11 anni, potrebbe avere fatto altre vittime. La Procura sta verificando se la donna, oltre ai genitori del bambino, abbia irretito, soggiogato, manipolato sino a ottenere la totale sottomissione, due o forse tre nuclei familiari. Un'ipotesi ancora tutta da verificare che però trova precise conferme nell'ordinanza di arresto e di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Tempio, Caterina Interlandi. Il giudice scrive che la misura dei domiciliari non è adeguata, perché non consente di neutralizzare un eventuale inquinamento delle prove e soprattutto "la reiterazione di fatti analoghi a quelli per i quali si procede nei confronti di altre persone a lei vicine".

LE ALTRE FAMIGLIE - Quando l'ordinanza fa riferimento a persone da tenere lontane dalla donna, non si riferisce agli altri indagati, il padre e la madre del minore, arrestati il 29 giugno e ora ai domiciliari. I due hanno confessato da mesi e i loro difensori (Alberto Sechi e Marzio Altana) hanno chiesto e ottenuto misure che consentano l'avvio della riabilitazione, quasi una sorta di disintossicazione. Quindi la coppia non ha più contatti con la donna arrestata lunedì sera. Bisogna ricordare che i coniugi di Arzachena, e soprattutto la madre del piccolo, hanno fatto di tutto per coprire la cognata, al punto di attirare l'attenzione degli investigatori sulle loro condotte. Ma questo è avvenuto poco prima dell'arresto della coppia e subito dopo. Ma ora i genitori del ragazzino non hanno più rapporti con la zia del piccolo. Quindi, i Carabinieri, cordinati dai pm Laura Bassani e Luciano Tarditi, si stanno occupando di altre persone, sulle quali la donna potrebbe avere esercitato le capacità non comuni di manipolazione e condizionamento, ai fini di "dominio e di lucro".

MAGIA ED ESOTERISMO - Uno degli strumenti utilizzati per condizionare, manipolare e spaventare le sue vittime è il continuo, delirante e allo stesso tempo convincente, richiamo che la donna fa ai suoi poteri paranormali e magici. In diversi file audio, la casalinga olbiese ricorda la sua capacità di parlare con gli angeli e di invocare presenze demoniache. Il richiamo alle facoltà soprannaturali, stando alle indagini, non serviva solo a terrorizzare il nipote di 11 anni, ma veniva utilizzato dalla donna anche per spaventare gli adulti. Stando a indiscrezioni, i Carabinieri, avrebbero già individuato almeno alcune delle persone entrate nel "giro" della zia del piccolo segregato per mesi.

PICCOLE VITTIME - Dall'inchiesta emerge che la donna aveva un raggelante disprezzo nei confronti del nipote, al quale diceva: "Mi vergogno di avere a che fare con uno come te" ma, allo stesso tempo, era amorevole e affettuosa nei confronti dei suoi due bambini. Che, da lunedì, improvvisamente, non hanno più visto la loro mamma.

Andrea Busia

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