Dettagli degni del più spaventoso dei film horror.

Sono quelli che stanno emergendo dopo la liberazione del bimbo di soli 11 anni tenuto rinchiuso dai genitori in quella che appariva come una normale villetta alla periferia di Arzachena, ma che in realtà celava segreti raccapriccianti.

Dopo la scoperta, la coppia - 47 anni lui, 43 anni lei - è stata arrestata con l'accusa di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia, mentre il piccolo è stato temporaneamente affidato a una struttura protetta.

Stando a quanto si apprende è stato proprio il piccolo a dare l'allarme, sabato notte.

I suoi erano fuori a divertirsi, come spesso facevano (motivo per il quale, questo il sospetto, avevano deciso di tenerlo imprigionato, per essere più "liberi" di trascorrere le serate con gli amici, senza "fardelli" tra i piedi).

Il bimbo ha approfittato della loro ennesima assenza, componendo il 112 da un telefonino senza sim, ma comunque in grado di effettuare chiamate d'emergenza.

"Pronto? Vi ho chiamato perché volevo parlare con mia zia. I miei sono andati a una festa e mi hanno rinchiuso nella mia cameretta, come fanno di solito", ha detto al centralino.

Di fronte a quell'incredibile richiesta, i militari dell'Arma di Olbia, guidati dal colonnello Alberto Cicognani, si sono insospettiti e una pattuglia si è recata sul posto per un controllo. Scoprendo l'orrore.

In effetti il bambino era rinchiuso in una stanza, al buio, con la finestra sigillata e la porta senza maniglia. In un angolo un bidone per fare i bisogni.

Non solo: i militari hanno trovato anche un tubo di gomma lungo un metro e mezzo, con cui, ha raccontato proprio il piccolo, mamma e papà erano soliti picchiarlo.

Uno scenario terrificante, che non lasciava scelta: i carabinieri hanno prelevato seduta stante il bambino portandolo via dall'incubo.

Quindi hanno rintracciato i genitori, che erano a cena da amici, e li hanno fermati, portandoli nel carcere di Bancali, a disposizione del pubblico ministero della Procura di Tempio Pausania che nei prossimi giorni interrogherà loro e le altre persone che ruotavano attorno alla famiglia, per cercare ricostruire nella sua interezza questa vicenda terribile.

In questo senso sarà anche decisivo il ritrovamento nella "casa degli orrori" del diario del bambino, che per mesi ha annotato tutti i maltrattamenti, i soprusi e le umiliazioni che gli sono state inflitte.

Un modo, forse l'unico, di sfogarsi mentre sognava la libertà, circondato dall'oscurità e dal terrore a causa dei suoi genitori.

Le persone che avrebbero dovuto volergli bene e che invece si sono rivelati i suoi più spietati aguzzini.

(Unioneonline/l.f.)
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