Francesco Polacchi le mani le usava eccome. E anche le lame.

L'editore finito al centro del dibattito politico e culturale per via della sua presenza con la casa editrice AltaForte al Salone del libro di Torino, prima di pubblicare libri faceva altro.

Classe '86, non ha mai nascosto e neanche oggi nasconde le sue posizioni neofasciste, lui che di CasaPound è stato anche dirigente.

Un episodio lo lega alla Sardegna. Estate 2007, Porto Rotondo, Francesco Polacchi, davanti a una discoteca, ferisce il sassarese Stefano Moretti usando una "pattadese". Alla spalla, e al tatuatore sardo - all'epoca 35 anni - va anche bene, perché qualche centimetro più in basso le conseguenze dell'accoltellamento avrebbero potuto essere ben più gravi.

Un vero e proprio agguato di un gruppo di naziskin della Roma bene (una dozzina) ai danni di quattro ragazzi sardi. I carabinieri troveranno nel camping di San Teodoro (dove alloggiano i turisti capitolini), nascosti in un piccolo canale che sfocia in un fiumiciattolo, catene di metallo, abiti sporchi di sangue e coltelli a serramanico.

Polacchi viene arrestato per tentato omicidio, accusa poi derubricata in lesioni gravi. Il processo, come spesso accadeva a Tempio, va per le lunghe, e il 12 gennaio 2017 la vicenda si conclude per intervenuta prescrizione.

(Unioneonline/L)

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